Dopo quasi nove mesi ormai si sentono a casa loro. Anzi, è il caso di dirlo, forse meglio che a casa loro, visto che si tratta di 16 giovani, dai 19 ai 29 anni, provenienti dalla Nigeria. Profughi che hanno richiesto asilo, in fuga dalla guerra scatenata dai jihadisti di Boko Haram. Ad accoglierli un’intera comunità che – dopo la diffidenza iniziale, inutile negarlo – ha fatto sì che la loro vita incrociasse quella di decine di volontari, che sono riusciti a coinvolgerli in varie attività di aiuto nelle parrocchie. È nato così il progetto “Esercizi di ospitalità”, ideato da don Flavio Riva, responsabile della Comunità pastorale Pentecoste, che riunisce le parrocchie di Santo Stefano, San Pio X, Santi Ambrogio e Carlo e San Bernardo. È partita da lui l’idea di destinare “Il Giardino della Carità” – ex convento delle Salesiane ed ex oratorio femminile – a luogo di accoglienza e di dialogo: così, dal settembre 2014, uno spazio che è parte della storia di Cesano Maderno è tornato a rivivere.
«L’intenzione – spiega don Flavio – era quella di dare disponibilità ai ragazzi, nel rispetto delle norme del Ministero, ma anche di porre l’attenzione verso l’emergenza, favorendo esercizi di incontro, attraverso la scuola di italiano, in oratorio, con i volontari, inserendoli in una associazione sportiva o come tirocinanti in alcune società».
Il progetto è seguito passo dopo passo dalla Cooperativa Comunità Brianza, che gestisce anche l’appartamento in cui vivono i ragazzi. «La loro collocazione nell’oratorio femminile non è un fortino privato – sottolinea don Riva -, ma un luogo nel quale si incontrano altre realtà, gruppi di mamme e bambini, associazioni che si occupano della distribuzione di generi alimentari ai poveri. Sono ragazzi attivi, responsabili e soprattutto sereni». La prova sta in quello che fanno ogni giorno: si occupano della casa e della spesa, tengono in ordine il giardino e il verde dell’oratorio, seguono i corsi di italiano, tanto che la settimana scorsa alcuni di loro hanno ottenuto la prima certificazione linguistica. Altri hanno chiesto di seguire il catechismo e di diventare cattolici, qualcuno canta già nel coro della chiesa.
Intensa la collaborazione non solo con le associazioni di volontariato del territorio, ma anche con l’Amministrazione comunale. «Ci diamo una mano con la supervisione dei Servizi sociali, in maniera molto pacifica – precisa don Flavio -. Questo progetto sta facendo bene alla comunità, si è formata una bella équipe di lavoro».
Intanto il progetto “Esercizi di ospitalità” non è passato inosservato. Venerdì 19 giugno, alle 17.30, nella Sala Aurora di Palazzo Borromeo, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, si terrà un seminario a livello provinciale per mettere in luce il modello di accoglienza cesanese (in allegato il programma).