Personalmente sono poco avvezzo alla parola “progetto”. Forse è mia codardia, forse qualche personale avulsione per le cose troppo determinate. La parola “progetto”, più che la bellezza della novità, mi ricorda fermenti di desideri sopiti troppo in fretta, programmi infranti contro la realtà, pianificazioni sfumate con chi le aveva pensate. Ma forse tutto dipende dai progetti. Pro-gettare non significa immaginare o sognare qualcosa dal nulla, ma gettare avanti lo sguardo, sapendo leggere i segni che la vita, la storia, le persone ci consegnano.
Così il nostro progetto di Seveso è cominciato dall’ascolto. Ascolto delle persone: un inimmaginabile tesoro di passione e fede che ho scoperto in tanti e differenti competenze, dedite al servizio della chiesa. Ascolto della storia: un passato prezioso, fatto di cura e sforzi, fatto di consolazioni e fatiche ancora attuali. Ascolto delle mura: una bellissima casa e un santuario, fatti di sangue e fede. Progettare, dunque, è una sorprendente spinta in avanti, lungo un percorso tracciato da segni che, se letti insieme – servono molti sguardi! -, conducono alla meta, che ne è l’esito. Ne è nato un intenso discernimento con la Commissione Ambrosiana per la Pastorale; un esercizio sinodale per interpretare ciò che l’ascolto ci ha permesso di incontrare; tante ore per confrontare i reciproci immaginari e trovare una via comune.
Da qui nasce un progetto; da qui è nato il Centro Pastorale Ambrosiano, che il Cardinale Arcivescovo inaugurerà domenica 3 maggio, in occasione della festa di Calendimaggio: un servizio per coordinare, sostenere e promuovere le molteplici attività formative, promesse dalla Diocesi di Milano; un tempo in cui la proposta formativa prende un profilo di esemplarità per qualità spirituale ed educativa; un luogo in cui la stagione della giovinezza è valorizzata come tempo di discernimento e formazione vocazionale, per i giovani laici e i giovani sacerdoti; una casa in cui differenti comunità (seminaristica liceale, giovanile universitaria e sacerdotale) abitano una accanto all’altra, ciascuna con le proprie caratteristiche e autonomie, la comune passione per la vita e il Vangelo.
Ora siamo giunti all’inaugurazione. Siamo solo alla prima tappa di un lungo cammino da continuare con lo stesso stile con cui è cominciato. Ancora getteremo avanti il nostro sguardo, a servizio del territorio che potrà trovare nel Centro Pastorale, prima ancora che un luogo, persone appassionate e interlocutori idonei per costruire cammini che accompagnino l’apprendimento dell’identità cristiana, nella forma dell’esperienza condivisa della fede. Ancora getteremo avanti lo sguardo, aiutando l’incontro con l’enorme patrimonio di competenze che fanno ricca la nostra Diocesi. Ancora getteremo avanti il nostro sguardo nella certezza che solo insieme potremo custodire e costruire ciò che abbiamo immaginato, potremo continuare la strada che il lavoro comune ha solo inaugurato, risponderemo alla chiamata che Dio continuamente ci rivolge.