«Carissimo zio Carlo, sono passati 45 anni dalla tua uccisione. Io non ti ho mai conosciuto, o forse sì. Quante volte mi hanno parlato di te, quante mi hanno detto che ti assomigliavo. Troppe, forse. Eppure quanto non detto è rimasto sepolto in questi lunghi anni. Eppure l’anno scorso, ho sentito il bisogno di scavare, di conoscerti meglio, di riscoprirti. Perché? Credo nelle intuizioni, nelle connessioni tra persone, nel feeling, e qualcosa è scattato. Per caso, apparentemente». Inizia così il suo racconto Piero Masolo, milanese, sacerdote dal 2008 e missionario del Pime, dal 2020 impegnato nell’Ufficio per la pastorale missionaria della Diocesi e dal 2021 direttore operativo del Festival della Missione.
Lo zio è Carlo Saronio, giovane ingegnere rapito e ucciso il 14 aprile 1975 dal Fronte armato rivoluzionario operaio per finanziare le attività del gruppo terrorista di estrema sinistra e le forze della sinistra extraparlamentare di Reggio Emilia. Una delle pagine tristi e drammatiche degli anni Settanta, che stavano diventando gli anni di piombo. La vittima viene uccisa il giorno stesso del rapimento da una dose eccessiva di cloroformio, ma i sequestratori riescono lo stesso a farsi pagare dalla famiglia ignara una parte del riscatto, per poi venire arrestati in Svizzera con parte di esso. Il corpo della vittima verrà rinvenuto solo nel 1979.
L’autore fa memoria di questi fatti, ripercorre le vicende familiari così intrecciate con i fatti di cronaca di quella stagione nel volume Ricreare radici. Carlo Saronio, una storia di famiglia (Emi, 230 pagine, 15 euro). Il librò sarà presentato sabato 25 giugno alle 18 presso il cinema teatro San Giuseppe a Brugherio (via Italia 76; prenotazione info@sangiuseppeonline.it; vedi qui la locandina).
Un’avventura iniziata per caso nel 2019 ad Algeri, dove padre Masolo si trovava in missione: l’esigenza di sanare una profonda ferita familiare rimasta assopita per anni, la storia dello zio Carlo lo aveva portato a chiedere l’aiuto di Mario Calabresi. Da questa ricerca è nato il libro del giornalista Quello che non ti dicono (2020). Ora in questo nuovo volume, “collegato” a quello di Calabresi (che cura qui la prefazione), padre Piero prende per mano la ricerca svolta raccontando la sua testimonianza personale. «Ho scoperto che spesso le storie della nostra famiglia si intrecciano con la Storia: dallo zio Carlo col terrorismo degli anni Settanta, al nonno Piero con Mussolini e il fascismo, a vari membri della famiglia nella Prima e Seconda guerra mondiale, fino all’invenzione della plastica con Giulio Natta, e alla riscoperta della natura come la nostra casa comune da tutelare e valorizzare».