L’ingresso in una chiesa per partecipare alla Messa domenicale è un gesto che chiede la massima cura e la più grande attenzione. Comporta infatti un passaggio dalla dispersione alla convocazione, dall’esteriorità all’interiorità, e necessita un significativo cambio di registro: dal feriale al festivo, dall’io ripiegato su se stesso all’io che si apre al noi della comunità, dal fare finalizzato al profitto al fare gratuito e aperto alla contemplazione, da uno sguardo tutto terreno e temporale a uno sguardo che si volge al divino e all’eterno.
Il primo atto da compiere è quello di varcare una soglia. Il portale della chiesa ci introduce in uno spazio diverso, più intimo e raccolto, dove le nostre facoltà, fisiche, psichiche e spirituali possono aprirsi all’incontro con Dio insieme con i fratelli nella fede.
Il secondo atto è il segno di croce con l’acqua benedetta, in ricordo del nostro battesimo. Il battesimo ci ha resi figli di Dio, fratelli in Cristo e membra vive della sua Chiesa. Non dobbiamo mai dimenticarci che possiamo partecipare all’Eucaristia, pregare il Padre e nutrirci del corpo di Cristo in forza della grazia battesimale.
Il terzo atto è il prendere posto, attivando un clima di silenzio per favorire gesti e pensieri di adorazione, per accogliere il dono della salvezza e per imparare da Gesù l’amore operoso per ogni uomo.
Riflettiamo un poco su questo silenzio di preparazione. Le nostre giornate sono spesso immerse nel frastuono: molte parole, molti suoni, molte immagini, molti rumori che rendono difficile il rientrare in se stessi per gustare tempi di quiete interiore, per meditare, riflettere e, soprattutto, pregare. Di conseguenza, anche quando entriamo in chiesa per partecipare alla Messa, rischiamo di portare in noi una certa dissipatezza. Dobbiamo allora decidere di fare silenzio, prima esteriormente e poi interiormente.
Il silenzio esteriore è assenza di parole scambiate, ma anche di azioni inutili. Il corpo deve trovare una posizione di quiete e di raccoglimento e stare così almeno per un paio di minuti. Sarà perciò importante giungere prima che inizi la santa Messa. Sarà anche opportuno che tutti i preparativi attorno all’altare si fermino qualche minuto prima che inizi la celebrazione.
Al silenzio esteriore deve accompagnarsi il silenzio interiore, cioè un animo che si raccoglie, che si pacifica, che si orienta all’incontro con Dio e con i fratelli nell’ascolto della Parola, nella preghiera e nella comunione. Il silenzio interiore è un’attività dello spirito che si dispiega in molti modi: l’attivazione di sentimenti di fede, di speranza e di amore nei confronti di Dio, e di comunione gioiosa e fraterna verso l’assemblea dei fedeli; la lettura pacata di un testo biblico, di un’orazione liturgica o di un canto; la rassegna di momenti vissuti nella settimana o di volti incontrati da affidare alla bontà di Dio e alla sua misericordia; la ripetizione di una preghiera conosciuta; la contemplazione di un’immagine sacra, ecc…
Anche il silenzio ha bisogno di essere appreso con l’esercizio. Non spaventiamoci se dopo pochi secondi ci ritroviamo immersi da capo nelle nostre distrazioni. Con pazienza riportiamo la nostra attenzione su ciò che ci accingiamo a fare, sul Signore che ci attende, sulla comunità che ci accoglie. A poco a poco, provando e riprovando, impareremo a varcare la soglia, a vincere le nostre distrazioni e a disporci in modo vigile e pronto a celebrare il memoriale di Gesù, «morto per la nostra salvezza, gloriosamente risorto e asceso al cielo».