«Fate questo in memoria di me!». Queste parole del Signore non possono non suscitare stupore e riconoscenza ogni volta che le ripetiamo o le ascoltiamo. Non riusciremo mai a esprimere adeguatamente la nostra riconoscenza per il grande dono dell’Eucaristia e descrivere adeguatamente la grandezza e la profondità del Sacramento che sta al cuore della Chiesa. Obbedienti a quel mandato di Gesù, i primi cristiani hanno cominciato a riunirsi nelle case e – dice il Libro degli Atti degli Apostoli – erano «assidui nello spezzare il pane». Da allora non c’è stato giorno nella storia dell’umanità nel quale non si è celebrata l’Eucaristia e non c’è stata domenica che non sia stata santificata dalla liturgia eucaristica.
«Dobbiamo riconoscere che dal Concilio in poi è molto cresciuta la comunità cristiana nel modo di celebrare i Sacramenti e soprattutto l’Eucaristia. Occorre insistere in questa direzione, dando particolare rilievo all’Eucaristia domenicale e alla stessa domenica, sentita come giorno speciale della fede, giorno del Signore risorto e del dono dello Spirito, vera Pasqua della settimana»: così scrive San Giovanni Paolo II nella lettera apostolica Novo Millennio Ineunte. Richiamando i punti su cui concentrare le energie di tutta la pastorale della Chiesa del terzo millennio, egli indica tra questi la Messa domenicale. «Vorrei insistere – continua – perché la partecipazione all’Eucaristia sia veramente, per ogni battezzato, il cuore della domenica: un impegno irrinunciabile, da vivere non solo per assolvere a un precetto, ma come bisogno di una vita cristiana veramente consapevole e coerente».
Il termine «partecipazione» è molto importante: esso allude al modo in cui siamo chiamati a vivere l’Eucaristia domenicale. Ce lo ha ricordato il Concilio Vaticano II quando dice: «La madre Chiesa desidera ardentemente che tutti i fedeli vengano guidati a quella piena, consapevole e attiva partecipazione delle celebrazioni liturgiche, che è richiesta dalla natura stessa della liturgia».
In questo anno pastorale la nostra Diocesi, su invito dell’Arcivescovo, intende avviare un processo che consenta un progressivo approfondimento del senso liturgico, con particolare attenzione alla Messa domenicale. Vorremmo aiutarci a vivere sempre meglio l’Eucaristia che celebriamo nel giorno del Signore, per renderla sempre più il cuore della vita della Chiesa e del cammino spirituale di ciascuno. Sappiamo bene che la partecipazione piena, attiva e consapevole alla celebrazione dell’Eucaristia domenicale è frutto di una disposizione interiore che va coltivata personalmente e comunitariamente. Ognuno che decide di venire alla Messa domenicale merita il più vivo apprezzamento: occorre però aiutarlo a «partecipare», vincendo il rischio dell’abitudine e della distrazione, ma anche facendo percepire il buon sapore del dono di Dio offerto nella celebrazione liturgica.
L’opera dello Spirito santo, unico vero maestro interiore, trova adesione in noi quando ci lasciamo attrarre dalla bellezza e dalla grandezza di ciò che ogni domenica compiamo. E questo esige che sappiamo dare il giusto valore ai gesti e alle parole della liturgia. È quanto vorremmo fare nelle prossime domeniche di Quaresima. Con brevi interventi all’inizio delle Messe domenicali, inviteremo tutte le assemblee dei fedeli a valorizzare alcuni aspetti della celebrazione eucaristica. Piccole attenzioni che permetteranno di sviluppare insieme il senso liturgico, di rendere più intenso il clima della celebrazione e più autentica la partecipazione ma soprattutto più intenso e consolante l’incontro con il Signore.
Cominceremo dal silenzio: valorizzeremo il momento del silenzio che precede l’inizio della celebrazione eucaristica, poi quello che segue l’omelia, infine quello che segue la comunione. Una breve monizione prima della celebrazione eucaristica delle prime tre domeniche di Quaresima inviterà a mantenersi nel raccoglimento e ricorderà le ragioni per cui farlo. Da qui vedremo poi come proseguire.
In allegato schede esplicative e monizioni da leggere nelle prime tre domeniche di Quaresima.