Sabato 29 novembre il cardinale Angelo Scola torna al Sacro Monte di Varese, e questa volta in memoria del beato Paolo VI, che a questo luogo fu profondamente legato. «Da qui l’Arcivescovo potrà abbracciare come da una grande balconata tutta la diocesi ambrosiana – commenta l’Arciprete, monsignor Erminio Villa -. Con il Santuario dedicato a Santa Maria del Monte e il viale con le Cappelle del Rosario, mèta incessante del pellegrinaggio di fedeli non solo varesini, esso rappresenta la “città sul monte”, che custodisce grandi tesori di fede, come lo stesso Montini sottolineò spesso nelle sue frequenti visite».
Al Sacro Monte, dunque, sabato salirà il pastore della Chiesa ambrosiana «per indicare a tutti la santità dei suoi venerati predecessori – ricorda monsignor Villa -. Oltre a Paolo VI, anche Sant’Ambrogio, di cui fanno costante memoria le claustrali Romite ambrosiane, che Scola incontrerà in forma privata nel loro monastero dopo la messa solenne in Santuario, celebrata nella memoria del Beato».
La visita del Cardinale si inserisce in un momento particolare, quello del tradizionale pellegrinaggio che ogni sabato mattina si ripete, con la recita del Rosario lungo la Via Sacra e poi la messa al Santuario. In occasione dell’arrivo di Scola l’appuntamento sarà guidato dal vicario episcopale monsignor Franco Agnesi, con partenza dalla Prima Cappella alle 7.30, mentre la concelebrazione in Santuario con tutti i preti della città è posticipata alle 9 e vedrà la straordinaria presenza delle Romite ambrosiane, che seguiranno il rito dalla grata affacciata sulla chiesa.
«L’Arcivescovo tiene moltissimo all’incontro con le claustrali e la sua visita è molto attesa anche dalle monache – spiega il prevosto di Varese monsignor Gilberto Donnini -. In questo modo l’arrivo del cardinale Scola assume un duplice significato di devozione mariana, unendosi ai pellegrini varesini e alla preghiera costante delle Romite, e di celebrazione della memoria del beato Paolo VI, che per il Sacro Monte ebbe una speciale predilezione anche grazie alla figura del suo devoto segretario, monsignor Pasquale Macchi che tanto si adoperò per vedere il Papa sugli altari» In otto anni il beato Montini salì le pendici della montagna sacra varesina ben 13 volte e la sua statua campeggia nella piazzetta davanti al Santuario, proprio sotto le finestre del monastero delle claustrali.
Alla celebrazione in Santuario l’Arciprete ha espressamente invitato tutti i preti di Varese: «Coi sacerdoti, che esprimono nella concelebrazione eucaristica la loro comunione col Vescovo, col popolo di Dio, che ogni sabato mattina è solito percorrere la Via Sacra meditando i misteri della vita di Gesù con gli occhi e il cuore di Maria, e con le Romite ambrosiane, che fanno della preghiera e dei sacrifici per la Chiesa e il mondo la loro ragione di vita, chiederemo in preghiera che anche per noi, come per Paolo VI, valgano le parole di San Paolo: “Sono confisso con Cristo alla croce”, ricevendo in dono la conoscenza, il desiderio, l’esperienza, la forza e la gioia di donare la nostra vita per amore».
La memoria del beato Montini è tenuta viva al Sacro Monte anche grazie allo straordinario “gemellaggio” spirituale intessuto con la Chiesa bresciana: «Venerdì scorso – ricorda l’Arciprete – abbiamo celebrato la messa insieme ad alcuni sacerdoti del sacerdoti del Santuario di Santa Maria delle Grazie di Brescia e con don Antonio Lanzoni, vicepostulatore della causa di beatificazione. Mentre nel prossimo mese di febbraio avremo il pellegrinaggio di tutta la diocesi di Brescia, guidata dal vescovo in occasione dell’inizio della Quaresima.»