Una prosecuzione dell’abbraccio di pace che abbiamo vissuto insieme in Cattedrale con la preghiera e la benedizione condivisa. È questo il senso dell’incontro con il cardinale Scola che ha riunito, al termine della Celebrazione del 1° gennaio, i Responsabili delle Chiese e delle Comunità Cristiane presenti a Milano, il Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano e i membri della Consulta per l’Ecumenismo e il Dialogo della Diocesi. Un momento di augurio e di dialogo – che vede il bel segno di un aumento costante, ogni anno, dei partecipanti –, aperto dal Vicario episcopale, monsignor Luca Bressan, responsabile di Settore, e definito dall’Arcivescovo «un’occasione privilegiata per testimoniare quella tensione verso l’unificazione e quel dolore che continua a suscitare in noi la divisione tra i cristiani».
Significativamente posto al termine della Giornata Mondiale per la Pace e a pochi giorni dall’avvio della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, che si svolgerà dal 18 al 25 gennaio, l’incontro ha avuto così il significato di un sintetico, ma forte richiamo alle sfide che ci attendono come Chiesa universale e particolare ambrosiana «in un momento in cui le nostre comunità sono chiamate a un rinnovato impulso evangelizzatore, in vista l’evento di Expo che fungerà da catalizzatore per l’arrivo di gente da tutto il mondo».
Un’attenzione, dunque, rivolta a Milano, ma non solo, sia per la prospettiva di respiro mondiale dell’evento, sia per la diffusione, in ogni parte della Diocesi, di Comunità cristiane non cattoliche «non solo numericamente importanti». Da qui la decisione che l’Arcivescovo partecipi alla Settimana di Preghiera 2015 – che avrà come tema “Dammi un po’ di acqua da bere”, dalla pagina di Giovanni relativa al dialogo tra Gesù e la Samaritana –, a Varese. «Questa scelta ha come scopo di dare ulteriore forza al dialogo ecumenico avviato anche fuori la città di Milano, aiutando così a creare un tessuto diffuso e capillare di ascolto, di incontro e di amicizia tra Comunità cristiane, di cui abbiamo urgente bisogno, visto il volto plurale che assume sempre più la nostra società», spiega, nel suo intervento, l’Arcivescovo indicando la volontà di portare un proprio contributo diretto al cammino ecumenico.
L’obiettivo è quello della testimonianza «serena ma coraggiosa della nostra posizione», per stimolare «i cristiani a interrogarsi sul modo di professare la fede in Gesù Cristo».
Un pensiero particolare è rivolto al Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano che, nel 2014, ha compiuto 15 anni di vita e ha visto il rinnovo del Comitato di presidenza.
Tra bilanci di ciò che si è fatto in questi anni e necessario sguardo aperto la futuro – il Cardinale lo raccomanda – è chiaro l’invito che viene da Scola. «Fatiche e tensioni sono inevitabili nelle vicende umane, e occorre metterle in conto, ma occorre vedere come si possano vivere all’interno del cammino alla ricerca del reciproco riconoscimento e dell’edificazione di spazi di dialogo e di iniziative comuni di evangelizzazione, provando la bontà dello strumento del Consiglio che ci permette di stare in relazione. In una Diocesi enorme come la nostra, che talvolta esprime resistenze ad accogliere il cambiamento, il lavoro ecumenico è chiamato a guardare sempre verso il futuro a partire dal presente concreto di società mobili e plurali come la nostra».
Questo l’obiettivo – «per i cristiani il presente e il futuro del pellegrinare storico ha un nome: missione» –, in vista di eventi quali Expo, per cui il Consiglio si è già attivato come pure, in senso più ampio, la Diocesi.
«Dobbiamo evitare che l’Esposizione diventi una sorta di “fiera degli alimenti”. Non si può dimenticare che avremo la possibilità di parlare a gente di tutto il mondo su un tema per noi è fondamentale: Ciò che nutre la vita, ossia il cibo. A una Milano che cerca e vuole avere un’anima unitaria, a un’Europa che si dibatte in una crisi che sembra insuperabile e segnata da molte stanchezze, le nostre Chiese e Comunità, possono mostrare l’azione dello Spirito che fa nuove tutte le cose. Chiedo alla delegazione cattolica di moltiplicare i propri sforzi perché l’evento sia l’occasione per mostrare il volto di un cristianesimo plurale ma sinfonico, diverso, ma unito», conclude l’Arcivescovo.
Un itinerario di lavoro ecumenicamente intenso, quindi, quello del 2015, segnato anche dal Sinodo Pan Ortodosso del 2016 e dall’avvicinarsi della Celebrazione del V centenario della Riforma di Lutero, nel 2017, come ha sottolineato nel suo intervento Piergiorgio Acquaviva, presidente del CCCM.
«Milano sta cambiando: dalle decisioni dei pubblici poteri, ma anche da quelle degli attori privati e di ciascun cittadino, dipende il futuro della metropoli, un futuro accogliente e inclusivo o escludente ed esclusivo. Anche il Consiglio delle Chiese Cristiane deve decidere cosa vuole essere oggi e domani, e come rispondere alle nuove domande di senso e di crescita umana che arrivano dalle nostre comunità. Per questo stiamo avviando una riflessione che custodisca il tesoro delle origini, e nel contempo ci illumini su modi e tempi dell’apertura al nuovo che ci interpella», evidenzia Acquaviva, illustrando le attività appunto previste per l’anno che si apre.
«Già durante la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani prenderà avvio la serie di sei incontri mensili dal titolo generale “Il pane e la Parola”, che vedrà a ogni tappa tre voci diverse di realtà cristiane, dialogare fra loro attorno a brani della Scrittura che hanno come tema proprio il nutrimento. Il Consiglio ha, inoltre, scelto di mobilitare le proprie energie lanciando un ponte ideale verso la Pentecoste chiedendo a diverse Chiese di curare una giornata di riflessione e preghiera per arricchire l’intera settimana che va dalla Pentecoste della tradizione occidentale alla Pentecoste Orientale».
Si entrerà, così, così nel periodo delle ventisei settimane di Expo 2015, quando nel pomeriggio di ogni giovedì, a rotazione, le Chiese che fanno parte del Consiglio, prepareranno un momento di accoglienza, incontro e preghiera, ciascuna secondo la propria spiritualità e creatività, diretto a dare il benvenuto e ad accompagnare i visitatori che arriveranno a Milano. Non mancheranno, poi, anche momenti specifici per il periodo estivo da vivere tra arte, fede, e tradizioni legate la cibo nelle diverse culture.
E tutto non per una «sindrome del fare», ma per una «testimonianza condivisa», nella fedeltà agli impegni della Charta Oecumenica di Strasburgo sottoscritti nel 2007 anche dalle Chiese del Consiglio.