Si intitola «Frontiere. Percorsi di riflessione ai confini dell’esistenza» il ciclo di conferenze che il Centro Pime di Milano propone per il prossimo Ottobre missionario.
Quattro incontri con altrettanti straordinari testimoni per esplorare i confini del mondo e della missione, dentro e fuori il nostro Paese, ma anche dentro e fuori noi stessi. Perché tutti – attraverso esperienze dell’oggi o figure emblematiche del passato – ci si possa sentire veri protagonisti di quella «Chiesa in uscita» tanto cara a papa Francesco.
Ecco il programma delle serate presso il Centro di cultura e animazione missionaria del Pime di Milano (via Mosè Bianchi 94).
Mercoledì 5 ottobre, ore 21: «Il missionario. Il cuore altrove» (padre Fabrizio Calegari, missionario del Pime in Bangladesh).
Di ritorno dall’Azerbaijan, papa Francesco ha espresso il desiderio di recarsi in viaggio in Bangladesh. Un Paese a molti sconosciuto, che balza agli onori della cronaca solo in occasione di attentati terroristici – come quello dell’1 luglio, che ha provocato anche 9 vittime italiane – o stragi, come quella del crollo del Rana Plaza che provocò quasi 1.200 morti. Il Pime è in questa terra dal 1855, con una significativa presenza di missionari che operano soprattutto in campo educativo e sanitario. Tra di loro, padre Fabrizio Calegari, appena rientrato in Italia, che porterà la sua testimonianza, ispirata al titolo del suo libro recentemente riedito, Il cuore altrove: «Andiamocene altrove perché io predichi anche là: per questo infatti sono venuto». È un’espressione di Gesù che dice la ragione profonda della missione. Gesù è venuto per andare altrove, per essere sempre altrove. Non è venuto per una sola folla, ma per tutte le folle; non è venuto per predicare in un posto solo, ma dappertutto. Ed è così per il missionario che incontra ancora difficoltà con i costumi nuovi che vede e la lingua nuova in mezzo a cui vive. E che gioca coi bambini. Ne vede uno in difficoltà, perché non sano come gli altri, e lui lo pone al centro. Il missionario nel Paese straniero, che ancora non conosce, ha giocato tutto il pomeriggio con i bambini. Ha parlato la lingua della solidarietà e dell’amore. Che altro?» (dalla prefazione di don Bruno Maggioni).
Mercoledì 12 ottobre, ore 21: «La religiosa. Fratello universale», l’attualità di Charles De Foucauld a cent’anni dalla scomparsa (Sorella Antonella Fraccaro delle Discepole del Vangelo).
«Partii decisa a gridare il Vangelo sulla scia di Charles de Foucauld, che aveva infiammato la mia esistenza». Così scriveva Annalena Tonelli, poco prima di essere uccisa in Somaliland. Ma quante altre persone hanno fatto scelte di vita radicale, ispirandosi alla spiritualità di de Foucauld? E quanto resta attuale il suo pensiero in un’epoca che sembra tutta improntata alla provvisorietà e alla fugacità? Ne parlerà sorella Antonella Fraccaro delle Discepole del Vangelo. Grande conoscitrice del “Fratello Universale”, sorella Antonella cerca di tradurre nella quotidianità della sua vita, insieme alle consorelle, la spiritualità di De Foucauld, declinata in uno dei tanti «piccoli nidi di vita fervente e laboriosa» che sono nati dalla sua ispirazione, a servizio di Dio nell’adorazione eucaristica e nell’annuncio rispettoso e discreto del Vangelo.
Mercoledì 19 ottobre, ore 21: «Il testimone. Io, prete nella “Terra dei Fuochi”» (don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde di Caivano – Na). Campagne avvelenate, cavalcavia corrosi dalle esalazioni tossiche, palazzi dagli intonaci cadenti. E moltissime persone con storie di malattie e lutti. Non siamo in una baraccopoli del Sud del mondo, ma alla periferia di Napoli, nella cosiddetta “terra dei fuochi”, un pezzo d’Italia che muore di rifiuti, spaccio e camorra. Essere “Chiesa in uscita” in questi luoghi di sofferenza e degrado significa sfidare ogni giorno poteri criminali e corrotti e affidarsi alla forza della Provvidenza. È quello che fa da molti anni don Maurizio, che porterà la sua esperienza al Pime.
Mercoledì 26 ottobre, ore 21: «Il pastore. La missione nella città aperta al mondo» (monsignor Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna). Vescovo tra la gente, ma anche vescovo capace di guardare lontano, senza dimenticare quell’Africa che ha incontrato tante volte con la Comunità di Sant’Egidio: monsignor Zuppi è uno dei volti nuovi più significativi dell’episcopato italiano, un arcivescovo che sta improntando tutto il suo episcopato allo stile missionario dell’Evangelii Gaudium. Per questo motivo il Centro Pime di Milano ha affidato a lui la chiusura del ciclo, su un tema sempre più cruciale nell’Italia di oggi, dove le migrazioni, le sfide economiche, ma anche la stessa fisionomia ormai multietnica delle comunità ecclesiali mostrano in maniera sempre più chiara il nostro essere parte dell’unica famiglia umana.
Info: tel. 02.43822317; segreteriariviste@pimemilano.com; www.mondoemissione.it; www.pimemilano.com