Negli anni in cui la Chiesa vive l’intensa stagione del Concilio Ecumenico Vaticano II, con la valorizzazione delle Chiese particolari e dei vari carismi e ministeri che la arricchiscono, nella Diocesi di Milano alcune giovani donne iniziano esperienze di dedicazione alla Chiesa locale e di vita comune. Anche a livello mondiale ed italiano, sorgono realtà simili, che portano, poi, alla costituzione di forme diverse di consacrazione. È in questo periodo che l’Arcivescovo di Milano, il cardinale Giovanni Battista Montini, così scrive a don Giuseppe Zanoni, padre spirituale del Seminario diocesano: «penso a quelle benedette donne del Vangelo che ebbero la somma ventura di incontrare per prime il beato annunzio della risurrezione del Signore, e per prime lo diffusero fra i discepoli di Lui; e penso che la nostra diocesi ha bisogno di donne consacrate, che si offrano per il servizio pastorale nelle parrocchie». (1961)
L’intuizione dell’allora cardinale segna il punto di arrivo della sua riflessione, del dialogo con i segni dei tempi, della conoscenza di ciò che si sta muovendo nella Diocesi di Milano. Egli, però, non accompagnerà questi cammini, perché eletto Papa nel nel 1963. Con l’episcopato del suo successore, il cardinale Giovanni Colombo (1963–1980), l’ispirazione di Montini giunge ad una prima concretizzazione.
Dopo un intenso periodo di incontri, di scambi, di confronti e una prima esperienza di vita comune, si arriva a delineare il volto delle Ausiliarie Diocesane in alcuni documenti normativi e alla costituzione di una piccola comunità di formazione.
Sono anni di ricerca e di scelte sofferte. Molte giovani si uniscono alla piccola Comunità. Questo porta ad una certa stabilità, all’apertura di comunità apostoliche, alla stesura, da parte del cardinale Colombo, del primo Statuto e al riconoscimento giuridico dell’Istituto nel 1979.
Si apre poi un’altra fase: quella accompagnata dalla figura del cardinale Carlo Maria Martini, (1980 al 2002). È tempo di maggiore comprensione della ministerialità della donna nella Chiesa e della vocazione delle Ausiliarie all’interno della Diocesi; tempo di riflessione sull’esperienza spirituale e sul carisma e di consolidamento dell’intuizione originaria attraverso la stesura del nuovo Statuto. In esso si raccoglie la rilettura del vissuto esperienziale -personale e comunitario- delle Ausiliarie e lo si codifica in una via concreta di santità desiderata e sperimentata. Si delineano in modo più netto i tratti caratteristici del carisma delle Ausiliarie, donne consacrate al servizio della Diocesi, inserite in comunità apostoliche, nella condivisione del cammino di fede della gente, attraverso la vicinanza alle preoccupazioni e alle gioie di ciascuno e l’immersione nella storia di un territorio.È una dedicazione vissuta da donne, che esprime quella sensibilità tutta femminile che accoglie, custodisce, si prende cura e sostiene.
Oggi le Ausiliarie, accompagnate dalla premura pastorale del cardinale Dionigi Tettamanzi, concretizzano la loro scelta in diversi ambiti della realtà pastorale: parrocchie, decanati, unità di pastorale giovanile, Caritas, Migranti, Università…, aperte a quanto lo Spirito chiede loro e la comunità diocesana suggerisce.