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Il cammino continua

31 Marzo 2003

Il cammino dell’imitazione di Cristo nella Chiesa comprende tre gradi: quello del sì incondizionato alla legge di Dio e dell’attenta osservanza di tutte le norme che regolano la vita di una Chiesa locale; quello di una libertà del cuore che cerca sinceramente, anche al di là delle norme, la volontà di Dio per il momento presente, così come indicata dalle urgenze del tempo e dall’ispirazione dello Spirito santo; quello infine della sequela incondizionata del Cristo povero e umiliato.
Faccio liberamente riferimento, in questa triplice classificazione, a quanto S. Ignazio di Loyola scrive nei suoi Esercizi spirituali a proposito dei "tre gradi di umiltà" (nn. 164-168), per trarne un criterio di lettura dei testi sinodali.
Si possono infatti distinguere nel libro sinodale come tre tipi di testi:

– le norme precise a cui obbedire,
– le descrizioni di situazioni e atteggiamenti che hanno a che fare con le grandi
disposizioni del cuore e della mente
– le grandi intuizioni evangeliche di fondo, quelle che invitano a seguire Gesù sulla
via del radicalismo evangelico.

La differenza tra questi tipi di testi può essere ben illuminata dalla riflessione sui tre gradi della sequela di Gesù.

a. Il primo grado della sequela è il sì incondizionato alla legge di Dio. La nostra Chiesa in sinodo si è dichiarata disposta a obbedire a Dio e a seguire Cristo accettando anche quelle disposizioni normative che sono una esigenza della comunione e descrivono le condizioni concrete per partecipare alla vita della Chiesa locale e alla sua Eucaristia.

b. Il secondo grado di sequela è accettare di sciogliere il cuore per vivere l’imitazione di Gesù con una disponibilità totale alla volontà di Dio manifestata dalle circostanze della vita, liete o tristi, e dalle ispirazioni interiori. E’ una situazione di costante discernimento, di libertà del cuore, di attenzione al presente. Un Sinodo non può evidentemente legiferare su un simile atteggiamento: esso è frutto costante dell’ascolto della Parola e della purificazione del cuore. E’ però un atteggiamento indispensabile per una Chiesa che voglia riprodurre in qualche modo il volto del suo Signore. Perché Gesù è stato per eccellenza l’ascoltatore della Parola del Padre, il Servo obbediente, e chiama la Chiesa intera a seguirlo così. Per questo, tante indicazioni del Sinodo vanno lette come un invito a questo secondo modo di sequela, di cui descrivono le necessarie premesse. Nell’opuscolo che conto di scrivere più tardi a partire dal dettato del Sinodo, per offrire a tutti come una "Regola di vita del cristiano ambrosiano", mi propongo di valorizzare, insieme con le pagine normative del Sinodo di cui ho detto sopra, anche tutta quella manna di indicazioni che il libro sinodale offre a questo proposito. Sono le indicazioni che ci invitano a metterci volentieri in ascolto della Parola, a celebrare fruttuosamente la liturgia, a vivere la comunione delle menti e dei cuori, a camminare per la via dell’umiltà, intesa come verità su di sé, su Dio e sugli altri e come capacità di accettare e tollerare nell’amore la diversità, non ritenendola minaccia ma dono.
continua…