Un viaggio-lampo per un’esperienza forte, da cui è nata un’idea suggestiva. Il tutto racchiuso nel breve spazio di tre giorni, dal Venerdì santo alla Domenica di Pasqua, durante i quali si è svolta la missione del Comitato provinciale milanese del Csi in Ucraina. Meta Leòpoli, città allora ancora relativamente tranquilla, ma nell’ultima settimana colpita da pesanti bombardamenti.
La missione è stata organizzata nel contesto di «Csi per il Mondo», esperienza di animazione e formazione sportiva promossa negli ultimi dieci anni in luoghi fortemente disagiati dei vari continenti, ed è stata concordata con «M’impegno» (associazione impegnata in diverse spedizioni umanitarie) e condivisa con una delegazione dei City Angels, capitanata dal presidente Mario Furlan. A rappresentare il Csi il suo presidente Massimo Achini e Valentina Piazza, referente di «Csi per il Mondo».
Dopo il viaggio di andata, la vigilia di Pasqua è trascorsa alla frontiera, tra incontri con alcune associazioni locali e attività di animazione presso la stazione, destinate ai profughi che in treno giungevano da Kiev e dai teatri di guerra. Superato il confine (operazione che ha richiesto cinque ore), il giorno di Pasqua la delegazione italiana è giunta a Leopoli, dove è stata calorosamente accolta da padre Ihor, rettore del Seminario maggiore cittadino. Dopo la Messa in rito cattolico bizantino, la giornata è trascorsa in compagnia dei seminaristi e visitando alcune realtà che si stanno prendendo cura dei profughi.
Giorni intensi dentro una guerra «tristemente, follemente, drammaticamente vera e reale», volti che restano impressi nella memoria, come Achini ha confessato sul sito del Csi. I volti di mamme in fuga dal conflitto, disorientate perché non sanno dove andare e che, sfinite, riposano qualche ora sulle panchine della stazione mentre gli “animatori di strada” del Csi e dei City Angels fanno giocare i loro bambini. Il volto di Lilli, che vive in Italia, è corsa nel suo Paese per aiutare il padre ricoverato in ospedale e poi è stata aiutata a tornare a casa. I volti di bambini in lacrime per la morte del loro papà e di altri piccoli a cui basta mostrare un pallone per strappare un sorriso.
È stato proprio padre Ihor, «un gigante di umanità» (una specie di sosia dell’ex arbitro di calcio Collina, per restare in tema) a lanciare l’idea: una grande festa dello sport, da organizzare in giugno proprio a Leopoli. «I bambini qui non sanno più divertirsi e giocare – ha spiegato -. Si vive in un clima di tensione costante, anche quando la vita torna apparentemente normale, e i bambini lo sentono. Farli giocare anche solo per alcune ore e farli sorridere spensierati significa farli tornare a essere bambini…». Ed ecco la sua proposta al Csi: «Tornate a casa e dite alle vostre società sportive di pensarci. Con calma, con prudenza, preparando per bene le cose… Una carovana dello sport che arriva fin qui sarebbe segno di gioia e di speranza». Una «carovana» come preludio della festa, per portare attrezzature e materiale, ma soprattutto persone capaci di animare attraverso lo sport, proprio nello spirito di «Csi per il Mondo».
Pur ammettendo che pensarci «è un po’ una follia», al ritorno a Milano Achini e il suo staff si sono messi immediatamente al lavoro. Perché in Ucraina, come ha detto padre Ihor, «la gente muore per la guerra, ma i bambini continuano a nascere».