A una settimana dall’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, molte sono le cose da capire. Tanti i piani che si intrecciano, creando sconcerto e disorientamento. Solamente su quello umanitario, l’Onu prevede oltre 5 milioni di potenziali sfollati e non ha esitato a lanciare l’allarme per la vita di 7 milioni di bambini ucraini. Eppure questo conflitto, sul confine da sempre poroso tra Europa e Asia, è tutt’altro che improvviso: frutto di tensioni in corso da almeno otto anni, è parte di quella «guerra mondiale a pezzi» che rischia di consegnarci a un’escalation senza fine.
Che cosa non ha funzionato nei percorsi diplomatici? La pace, ha ammonito Papa Francesco nell’udienza generale del 23 febbraio, è sempre più «minacciata da interessi di parte»: per questo ha invitato tutti, «credenti e non credenti», a pregare e «intensificare» l’invocazione affinché «il mondo sia preservato dalla follia della guerra».
Per capire cosa sta accadendo e riflettere su quanto accaduto, guardando l’evolversi della situazione da una prospettiva di fraternità e dialogo interculturale e interreligioso, Emi e AsiaNews organizzano un incontro con don Stefano Caprio del Pontificio Istituto Orientale, a lungo impegnato nella sua attività a Mosca, il giornalista Leonardo Coen, già corrispondente da Mosca per il quotidiano La Repubblica, e Nino Sergi, esperto di cooperazione internazionale, presidente emerito di Intersos e policy advisor di LINK 2007. Modera Marco Dotti di Emi. Qui il link per l’iscrizione