Matera è la meta del quarto giorno e Casa Sant’Anna (casa diocesana) il punto di partenza. Da qui ci spostiamo alla chiesa di San Pietro in Caveoso, dove ci accoglie monsignor Antonio Caiazzo, Arcivescovo di Matera-Irsina, che ci introduce alla storia della città. Anche la chiesa, come il centro abitato, ha vissuto momenti di abbandono (Matera fu definita addirittura la «vergogna d’Italia»), per poi però rifiorire e diventare un’importante meta turistica. Qui ci concediamo una sosta orante, grazie alla meditazione di monsignor Valagussa.
I miti erediteranno la terra
Don Ivano prende le mosse dal Salmo 37, testo biblico che ha suggerito il tema del pellegrinaggio. Questo Salmo – afferma – presenta una visione molto concreta della vita: talvolta pare infatti che il malvagio abbia più successo nella sua esistenza. Il salmista però invita a liberarsi dall’invidia e dall’ira verso il disonesto, perché il giusto confida nel Signore e fa il bene. Questo appello è rivolto a tutti noi e deve trovare spazio anzitutto nella nostra testimonianza di vita. Sono proprio i miti infatti – osserva don Ivano – che erediteranno la terra e Maria ne è l’esempio più illustre. Per concludere, monsignor Valagussa richiama Deuteronomio 8, dove il «ricordati del Signore, tuo Dio» diventa il segreto per abitare la terra e colui che per eccellenza «ricorda» è lo stesso Gesù: è Lui infatti a istituire l’Eucarestia come un memoriale.
Bellezza diffusa
Conclusa la meditazione inizia un tour “animato” di visita alle grotte e alla città vecchia (i cosiddetti “sassi” Caveoso e Barese) dal titolo «La Bellezza narrata». Tra le tappe, il santuario della Madonna de Idris e San Giovanni in Monterrone, il Palazzo Lanfranchi, piazza Del Sedile, il Museo diocesano e la Cattedrale dedicata a sant’Eustachio con anche l’altare della Madonna della Bruna.
A servizio del territorio
L’incontro con gli operatori delle cooperative sociali è l’appuntamento del pomeriggio. Intervengono il dottor Giuseppe Bruno, presidente di Confcooperative Regione Basilicata e presidente del consorzio La Città Essenziale di Matera; la signora Rosangela, presidente di Oltre l’Arte (le cui guide ci hanno accompagnato il mattino) e alcuni giovani di quest’ultima cooperativa. Queste cooperative hanno l’obiettivo di corrispondere a diversi bisogni ed esigenze del territorio, che vanno dallo sviluppo del turismo alla rigenerazione urbana, dall’assistenza domiciliare all’offerta educativa e molto altro.
Fiore all’occhiello è proprio la cooperativa Oltre l’Arte, nata nell’alveo dell’intuizione ecclesiale del «Progetto Policoro» e impegnata nella custodia e valorizzazione dei beni artistici materani, dando opportunità di lavoro a numerosi giovani, tra cui anche soggetti svantaggiati come non pochi disabili o disoccupati. Questo stile inclusivo – dice Rosangela – è il nostro modo di vivere il Vangelo della domenica nella quotidianità del nostro lavoro. Il confronto si è concluso con tre brevi testimonianze di Iumbi, Eustachio e Nicolò, appartenenti alla cooperativa Oltre l’Arte.
La missione del prete
Alle 17 ci trasferiamo presso la Cattedrale, dove monsignor Caiazzo celebra l’Eucaristia, sottolineandone la centralità nella vita del sacerdote, perché indica chiaramente che il prete è chiamato anzitutto a stare con il Signore e a offrire a Lui la vita per il bene di tutto il popolo di Dio. Il sacerdote ha infatti la missione di far «tornare al gusto del pane» Eucaristico, l’unico che dà sapore alla vita.
La giornata termina con la cena nei suggestivi locali della città vecchia.
Cronaca del pellegrinaggio:
16 febbraio 2022, terzo giorno: «Dio sa che nulla è irrimediabile»
15 febbraio 2022, secondo giorno: Sulle rive del Mediterraneo, frontiera di pace
14 febbraio 2022, primo giorno: «Siamo chiamati a evangelizzare i popoli»