Sir 18, 11-14; Sal 102 (103); 2Cor 2, 5-11; Lc 19, 1-10
Il Signore è paziente verso di loro ed effonde su di loro la sua misericordia. Vede e sa che la loro sorte è penosa, perciò abbonda nel perdono. La misericordia dell’uomo riguarda il suo prossimo, la misericordia del Signore ogni essere vivente. Egli rimprovera, corregge, ammaestra e guida come un pastore il suo gregge. Ha pietà di chi si lascia istruire e di quanti sono zelanti per le sue decisioni. (Sir 18,11-14)
La Scrittura, per parlare della traccia più radicale dell’amore divino – il suo perdono – determina altri criteri: la misericordia del Signore è destinata a tutti, a causa della miseria umana il suo perdono è abbondante, la sua pietà non si rivolge a chi riesce a fare un passo verso di lui riconoscendo il proprio errore, ma innanzitutto a chi ne ha più bisogno. Il perdono offerto non è il segno di una forza opprimente – se lui solo fosse capace di perdonare, gli esseri umani non potrebbero far altro che riconoscere il proprio limite – ma di una potenza che salva, quella che offre a tutti l’occasione per costruire il proprio futuro secondo un criterio sempre più ampio, che, rispondendovi, assomigli all’amore stesso del Signore.
Preghiamo
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non è in lite per sempre,
non rimane adirato in eterno.
Dal Salmo 102 (103)