Presso Spazio Aperto San Fedele (piazza San Fedele 4, Milano) è in corso la mostra di Nadia Nespoli «Offerte di tempo» curata da Margherita Zanoletti. L’artista presenta una serie di tele monocrome realizzate con un intreccio manuale all’uncinetto. Queste opere di fiber art costituiscono l’esito materiale di un progetto artistico che ha coinvolto il lavoro manuale di donne e uomini detenuti all’interno del carcere di Bollate, che hanno accolto l’invito dell’artista a collaborare, offrendo il loro tempo.
Colori e forme diverse
Nel 2019 Nadia Nespoli ha affidato a persone detenute di età, grado di istruzione ed esperienza di vita diverse delle matasse di filo di cotone, chiedendo a ciascuna di realizzare con il punto alto una tela, senza mai disfarla durante l’esecuzione. Ognuna delle opere (intitolata con il nome di chi l’ha realizzata) porta con sé un’evocazione di mani e dita che intrecciano un tessuto fatto di pieni e di vuoti, talvolta irregolari. Il filo con cui le tele sono realizzate è di colori diversi: bianco, rosso, arancione, viola, giallo, verde, rosa, blu. Anche le dimensioni variano, così come le forme: rettangoli ma anche poligoni irregolari, con punti interrotti e ripresi, intervallati da nodi a vista.
La proposta dell’artista ha stimolato una vera e propria performance collettiva, pretesto per la creazione di un dialogo. Nadia Nespoli ha così «incontrato» ciascuna persona con la sua storia, e il risultato di questo percorso condiviso appare monocromo ed essenziale. Ogni «offerta di tempo» si dispiega attraverso una tecnica antica, dove il filo di cotone simboleggia il filo di un legame, del dialogo interiore che muta e progredisce con lo sguardo dell’osservatore.
Martini e il carcere
La mostra è frutto della collaborazione con Sesta Opera San Fedele, Laboratorio Artemisia, Fondazione Maimeri, Montali Studios, Soqquadri. L’incontro della Sesta Opera con Nadia Nespoli, dice il presidente Guido Chiaretti, «è un’opportunità per raccontare il carcere dal punto di vista dei detenuti e delle detenute che hanno realizzato le opere che compongono questa mostra».
«Il sostegno alla mostra – aggiunge il gesuita Carlo Casalone, presidente della Fondazione Carlo Maria Martini – nasce proprio dalla cura che il Cardinale ha sempre manifestato per la realtà delle carceri. La sua attenzione si rivolgeva non solo alla questione in generale, ma alle detenute e ai detenuti che in esse scontano la pena, e a tutte quelle iniziative formative che li vedono coinvolti con il loro tempo e i loro talenti».
La mostra resterà aperta fino al 15 febbraio dal martedì al venerdì (ore 16-19), sabato (ore 14-18); al mattino su appuntamento e chiuso i festivi.
Info: tel. 02.86352233; sanfedelearte@sanfedele.net.