Dn 2,36-47; Sal 97 (98); Col 1,1-7; Lc 2,36-38
«Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme» (Lc 2,38)
Gesù fin da piccolo ha avuto incontri particolari con uomini e donne. Questa volta l’incontro avviene con una donna molto anziana, rimasta vedova giovane, che passa il suo tempo nel tempio, al servizio di Dio, con digiuni e preghiere. Anna esce dal silenzio che caratterizzava la sua vita per lodare Dio, parlare di Gesù e dare una speranza a coloro che aspettano la redenzione di Gerusalemme. È chiamata profetessa, perché riconosce la presenza salvifica di Dio, riconosce in quel bambino la “redenzione di Israele”. Da Anna dobbiamo imparare a vivere l’atteggiamento della vigilanza, il saper dedicare del tempo rendendoci disponibili al Signore con fede, il saper riconoscere e raccontare la sua presenza salvifica nelle nostre vite. Da questa donna che vive di preghiera dobbiamo comprendere che è proprio la preghiera l’anima della fede cristiana, che ci fa crescere nella fede e nella comunione tra noi.
Preghiamo
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Sal 98 (97),1-2