Mi 4,6-8; Sal 95 (96); 2Cor 1,1-7; Lc 11,27b-28
«Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano». (Lc 11,28)
Il Signore non chiede le nostre lodi, o almeno, non vuole che ci fermiamo semplicemente a considerarlo un Maestro grande e sapiente. Perché se l’ascolto delle sue parole si ferma alla considerazione entusiastica della sua sapienza, allora la Parola rimane sterile e non porta frutto in chi l’ascolta (cfr. Lc 8,13). Ci viene chiesto un ascolto che vada più in profondità della sola emozione iniziale e della ricerca del sentimento. Bisogna meditare la Parola, farla abitare in noi, considerare con tutte le nostre facoltà come essa ci inviti concretamente a cambiare la nostra vita. Il Signore non vuole ascoltatori entusiasti, folle esultanti che si lasciano trasportare dalle emozioni. Il Signore desidera uomini e donne, che, lasciandosi trasformare dalla Parola di Dio, diventino protagonisti attivi delle loro vite, capaci di dare corpo alla Parola ascoltata e attuarla nel modo unico che loro appartiene, per realizzare qui sulla terra il regno di Dio per loro stessi e per chi incontreranno.
Preghiamo
Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
perché sono essi la gioia del mio cuore.
Sal 119 (118),105.111