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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Intervento

Scola: «Milano realizzi le potenzialità
che ha dimostrato di avere»

L’Arcivescovo ha partecipato all'inaugurazione della nuova sede de "Il Giorno", che a 60 anni dalla nascita si è trasferito in corso Buenos Aires. «Un giornale intelligentemente popolare e una bellissima risorsa per la città», ha definito il quotidiano, di cui è autorevole commentatore

di Annamaria BRACCINI

5 Maggio 2016

Un giorno importante per Il Giorno. Sembra un gioco di parole, ma non lo è, tanto che Giancarlo Mazzuca, direttore del quotidiano di cui si inaugura la nuova sede milanese in corso Buenos Aires, inizia così il suo breve intervento alla presenza del cardinale Scola. Oltre 1000 metri quadrati fanno da cornice all’evento, per una redazione moderna e piena di luce, che ben simboleggia la volontà del giornale di essere sempre più diffuso tra la gente e all’avanguardia, pur avendo compiuto in questi giorni i sessant’anni di vita.

Dopo il taglio del nastro all’ingresso da parte dell’Arcivescovo, della presidente Maria Luisa Monti Riffeser, del direttore, dell’Ad e vicepresidente Andrea Riffeser Monti, e la breve visita agli ambienti rinnovati con tanti giornalisti e tecnici, è appunto il Cardinale a esprimere la sua gratitudine: «Il Giorno è nella mia storia personale fin dagli inizi quando, ragazzo a Malgrate, lo vedevo nell’edicola del paese. Quindi non è del tutto casuale che oggi io mi trovi qui», ha detto Scola, a sua volta “firma” della storica testata come commentatore ed editorialista.

«Apprezzo molto la capillarità della presenza che, attraverso la cronaca, fa parlare la gente. Questo è particolarmente importante nell’epoca di transizione in cui siamo immersi: il vostro è un giornale intelligentemente popolare. Inoltre noto che, attraverso QN – il Gruppo editoriale di cui Il Giorno fa parte col Resto del Carlino e La Nazione, ndr – sviluppate uno sguardo nazionale e internazionale, come testimoniano le grandi personalità del giornalismo passate dalle vostre pagine. È una grande risorsa per Milano che, con Expo, ha ritrovato il gusto di incontrarsi, ma che ora, come accade per un campo arato, bisogna seminare e far crescere perché la città realizzi le sue potenzialità. In questa bella avventura, buon cammino».

L’orgoglio anche per avere un «commentatore autorevolissimo come l’Arcivescovo» è espresso apertamente da Monti Riffeser, cui fa eco Mazzuca che simbolicamente, in coincidenza con l’inaugurazione, lascia l’incarico di direttore a Giuliano Molossi, e, commosso fino alle lacrime, ricorda le nove edizioni locali e l’innegabile rilancio premiato dalle vendite: nel Legnanese, per esempio, Il Giorno è il quotidiano più letto.

Infine, lo scambio dei doni: il Cardinale offre la sua medaglia di Arcivescovo di Milano, Il Giorno una riproduzione in argento della prima pagina del 1956 e il volume che racconta gli ultimi dieci anni di edizione. Chiudono la mattinata un Padre Nostro recitato tutti insieme e la benedizione.

«La vitalità di Expo per affrontare i problemi di casa, povertà e lavoro»

Alcuni concetti poi sottolineati durante l’incontro alla sede de Il Giorno erano stati espressi dal cardinale Angelo Scola anche in mattinata, intervenendo ai microfoni di Radio Marconi: «A Milano c’è un dato di partenza diffuso, popolare che è buono, ma c’è anche un compito, quello di trafficare questo spirito nuovo di amicizia e fratellanza ereditato da Expo entrando nei problemi che ha la città: da quello endemico della casa a quello di certe povertà espressioni di scarto. Bisogna partire da qui per arrivare a una nuova cultura del lavoro, a un progetto politico che sia tale, a dare un contributo all’Europa. Per la Chiesa occorre assumere l’impegno a uscire nel mondo, affinché la bellezza e la verità di Cristo possano essere proposti con efficacia a tutti i cittadini come grande risorsa per il futuro anche di Milano». «Dopo Expo si nota dappertutto una vitalità e un’energia diversa, soprattutto un desiderio di stare insieme che mi sembra nettamente più forte di prima - ha precisato il Cardinale -, ma questo è solo il terreno di semina, ora bisogna seminare e poi coltivare. A me sembra che Milano sia una grande avventura che chiama tutti noi a giocarci in prima persona per costruire una città di vita buona e di amicizia civica».