Is 48, 22 – 49, 6; Sal 70 (71); Gal 4, 13-17; Mc 6, 17-29
«È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra». (Is 49,6)
Queste le parole che il Signore pronuncia per il suo servo, dopo che egli ha riconosciuto di avere lavorato invano. Nel momento più difficile, quando tutto sembra perduto, il Signore non riduce il compito che gli ha affidato, al contrario lo rilancia: non basterà più rimanere nei confini del popolo di Israele, ma la missione si dilata fino a toccare tutto il mondo.
Il Signore rovescia sempre l’interpretazione e le attese umane, proprio questo rovesciamento avviene rendendogli testimonianza, come nel caso del martirio del Battista: è possibile portare altri a lui non con la forza e la potenza, bensì dando la propria vita fino in fondo, anche quando questo appare come un fallimento.
Preghiamo
Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.
Dal Salmo 70 (71)