Esd 4, 1-16; Sal 83 (84); Lc 12, 49-53
Quando i nemici di Giuda e di Beniamino vennero a sapere che gli esuli rimpatriati stavano costruendo un tempio al Signore, Dio d’Israele, si presentarono a Zorobabele e ai capi di casato e dissero: «Vogliamo costruire anche noi insieme con voi, perché anche noi, come voi, cerchiamo il vostro Dio; a lui noi facciamo sacrifici dal tempo di Assarhàddon, re d’Assiria, che ci ha fatto salire qui». Ma Zorobabele, Giosuè e gli altri capi di casato d’Israele dissero loro: «Non conviene che costruiamo insieme una casa al nostro Dio; noi soltanto la costruiremo al Signore, Dio d’Israele, come Ciro, re di Persia, ci ha ordinato». Allora la popolazione locale si mise a scoraggiare il popolo dei Giudei e a intimorirlo perché non costruisse. Inoltre con denaro misero contro di loro alcuni funzionari, per far fallire il loro piano; e ciò per tutto il tempo di Ciro, re di Persia, fino al regno di Dario, re di Persia. (Esd 4,1-5)
Quella che dovrebbe essere una buona notizia, la fine dell’esilio e l’inizio di un nuovo periodo pieno di vita, si trasforma in occasione di divisione. Gli esuli tornano nella terra promessa e hanno la possibilità di ricostruire il tempio del Signore. Tutti hanno desiderio di incontrare pienamente il Signore e per questo si adoperano per ristabilire il tempio, luogo che consente a tutto il popolo di poter realizzare quell’incontro. Eppure, il desiderio buono diventa occasione di divisione e di esclusione.
Purtroppo è esperienza comune: talvolta le buone intenzioni fanno sì che ci si ritenga unici, fanno dimenticare che l’incontro con il Signore è autentico nella misura in cui rende fratelli con tutti, non è possibile che sia esclusivo a scapito di altri.
Oggi è il giorno per rendere autentico il rapporto con il Signore, rimuovendo gli ostacoli e le divisioni imposte ad altri, putroppo anche nell’esperienza della fede.
Preghiamo
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.
Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri
che mille nella mia casa;
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende dei malvagi.
dal Salmo 83 (84)