Riconoscenza e gratitudine per un servizio che promuove la legalità e il bene comune. Sono questi i primi sentimenti che l’Arcivescovo esprime visitando il Comando interregionale nord occidentale della Guardia di Finanza. Ad attenderlo il comandante, generale Fabrizio Carrarini, entrato in carica il 13 novembre. E proprio nel corso della visita resa dal generale, l’Arcivescovo aveva chiesto di potersi recare sia al Comando di corso Sempione che al Nucleo operativo, come racconta l’Arcivescovo, accompagnato dal cappellano militare regionale della GdF, don Andrea Scarabello. Da qui la doppia visita compiuta nella stessa mattinata.
Ma la ragione è anche, naturalmente, la sua Lettera dedicata «agli uomini e alle donne delle Forze armate, Forze dell’Ordine e Forze di Polizia», con il titolo «Tra la gente, per la gente», appena edita e distribuita dallo stesso Arcivescovo, così come aveva già fatto con i poliziotti del Commissariato Zona Centro di Milano e farà dopo poco con i presenti nel Nucleo operativo e, poi, in visite successive ad altri Corpi.
«È un’opportunità e un privilegio averla in visita nel nostro Comando. Qui si coordina l’attività operativa di 4 regioni, Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta – spiega, nel suo saluto di benvenuto, davanti alla quarantina di finanzieri che operano nel Comando, il generale Carrarini -. Mai come in questo periodo siamo impegnati per molte ragioni legate anche alla pandemia e perché tra i compiti peculiari del Corpo vi è l’individuazione degli sprechi». Un mandato delicatissimo, oggi, considerati i 70 miliardi stanziati dal Governo e in 220 del Recovery Fund. «Continueremo a essere in prima linea per controllare l’utilizzo di queste risorse», assicura il Comandante.
Di gratitudine «per tutti coloro che amano la legalità, bene comune irrinunciabile», parla subito l’Arcivescovo, che prosegue: «La Diocesi di Milano, nella sua ampiezza territoriale, offre un punto di osservazione interessante, in uno luogo che copre diverse provincie di grande intraprendenza imprenditoriale e di grandi patrimoni. Vigilare perché la legalità sia un punto di forza e non venga interpretata come una minaccia alla libera intraprendenza è un principio necessario per una convivenza promettente dove chi è più potente non prevarichi su chi è più modesto e povero».
Il pensiero va alla Lettera «che offre qualche riflessione sull’esercizio delle vostre responsabilità – sottolinea l’Arcivescovo -. Anzitutto, l’attenzione alle famiglie perché il vostro compito vi espone a essere, talvolta, lontani da casa. Esprimo, quindi, la raccomandazione di vigilare perché questo tipo di impegno professionale può comportare il rischio di lasciare da sola la famiglia. Poi auguro che ciascuno di voi possa avere cura di sé e dei colleghi, perché credo che vivere un servizio come questo, che mette a contato con persone difficili da trattare, può indurre a momenti di fatica personale, di scarsa stima di sé e di depressione. Ma credo anche che proprio l’appartenenza a un Corpo garantisca la solidarietà, quella carica di umanità di cui vi è bisogno e che è doverosa per sentirsi sostenuti nel lavoro. La cura per l’efficienza e i buoni risultati non può far dimenticare la cura dei colleghi specie nei momenti di fatica». Infine, a nome dei 10 mila finanzieri in forza al Comando Interregionale, la consegna all’Arcivescovo, tra gli applausi, di una targa in ricordo della visita.