A.C., 21 anni, figlia di genitori nigeriani, nata e cresciuta a Gallarate, per dare una mano in famiglia e pagarsi l’università, faceva la cameriera. Poi è arrivato il Covid: il titolare non l’ha più chiamata e lei ha dovuto rinunciare a quella piccola entrata. Nel frattempo, però, in parrocchia le hanno proposto un tirocinio retribuito per un posto da centralinista in un’azienda di trasporti internazionali poco distante da casa. A.C. non ci ha pensato due volte, ha colto al volo l’opportunità e ha iniziato il nuovo impiego. «Continuo ad impegnarmi nello studio delle lingue alla facoltà di mediazione culturale dove mi si sto specializzando in inglese e cinese ma nel frattempo guadagno 500 euro al mese più 100 di buoni pasto. In questo modo non peso sulle spalle della famiglia a faccio un’esperienza che spero mi possa servire in futuro», racconta.
A.C. è una delle tirocinanti inserite in azienda grazie al Fondo Diamo Lavoro, lo strumento di politica attiva del lavoro, promosso dalla Diocesi di Milano e gestito dalla Caritas Ambrosiana, attraverso la Fondazione san Carlo. Nonostante la crisi economica prodotta dal Covid, dopo una pausa imposta dalle limitazioni anti-contagio che per tre mesi hanno bloccato i tirocini, il Fondo ha continuato ad offrire opportunità di formazione che in alcuni casi si sono già tradotte in assunzioni. Ad un anno dall’inizio della pandemia (marzo 2020) i tirocini attivati dal Fondo sono stati 190 (di questi 62 dal mese di gennaio 2021). Il 43% dei percorsi non è ancora giunto al termine. Di quelli che si sono conclusi, il 40% è stato trasformato in un contratto di assunzione. Agli assunti a conclusione del tirocinio, vanno aggiungi i candidati che si erano presentati per un percorso di formazione al Fondo e hanno trovato grazie alla mediazione degli “esperti del lavoro” una collocazione in una delle aziende che hanno aderito al progetto. Con costoro, salgono a 45% le persone che hanno trovato un impiego tramite il Fondo. Hanno usufruito di questa opportunità gli italiani (59%) e gli stranieri (41%). Tutti in maggioranza (52%) sotto i 34 anni. Le donne sono state il 45%, gli uomini il 55%.
I settori che si sono mostrati più disponibili a sperimentare questi percorsi sono stati i servizi alle imprese che hanno accolto il 21% dei tirocinanti e il commercio che, nonostante le forti limitazioni che lo hanno toccato, ha assorbito il 13% delle domande di riqualificazione. Entrambi i settori sono anche quelli nei quali si sono registrate anche le percentuali maggiori di assunzioni: servizi alle imprese con il 46%, commercio 14%. Un altro comporto che ha offerto opportunità non solo di formazione ma anche di impiego è stata la logistica nella quale l’11% dei tirocini si è concluso con un contratto di lavoro.
Nell’anno della pandemia, quindi, mentre il Fondo san Giuseppe, voluto dall’Arcivescovo mons. Mario Delpini, come misura di emergenza, ha dato sollievo immediato alle famiglie che perdevano il lavoro con contributi diretti, il Fondo Diamo Lavoro ha preparato la ripresa. I due strumenti sono stati utilizzati spesso insieme e in maniera integrata. «Il Fondo Diamo Lavoro non è un aiuto momentaneo e non è una beneficenza ma è la spinta minima che può consentire di ritrovare la dignità e una vita serena per sé e i propri cari», sottolinea l’Arcivescovo rivolgendosi a lavoratori, imprese e donatori.
«La crisi economica prodotta dal Covid non ha colpito in maniera uguale tutti i lavoratori e tutte le imprese – osserva Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana-. Ci sono alcuni settori che non si sono mai fermati ed aziende che addirittura sono andate meglio. Per ripartire dobbiamo cercare di riqualificare chi ha perso il lavoro per aiutarlo a ricoprire le nuove mansioni che il mercato in questo momento richiede. Il Fondo Diamo Lavoro è lo strumento che vogliamo rilanciare per affrontare questa nuova fase della crisi provocata dalla pandemia. Abbiamo bisogno della collaborazione delle aziende».
Nato sulla scorta delle iniziative messe in campo dalla Diocesi di Milano per affrontare le conseguenze della crisi finanziaria del 2008, il Fondo Diamo Lavoro favorisce il ricollocamento nel mercato del lavoro di soggetti con particolari difficoltà economiche dovute al protrarsi della disoccupazione attraverso lo strumento del tirocinio. Grazie ai donatori del Fondo, i tirocini sono retribuiti per il lavoratore ma senza alcun onere né economico né amministrativo per le aziende. I percorsi attivati dal Fondo sono finalizzati al placement o, comunque, a far acquisire nuove competenze e abilità professionalizzanti utili a rafforzare la capacità della persona di collocarsi nel mercato del lavoro. L’impresa può scegliere se assumere il lavoratore al termine della formazione oppure non proseguire senza alcun obbligo.
Per accedere al Fondo occorre presentare la domanda presso la parrocchia o il centro di ascolto della Caritas presente in uno dei 62 distretti in cui è stata suddivisa la Diocesi. Qui un “esperto del lavoro” aiuta il candidato a stendere il proprio profilo e a caricarlo nella banca dati on line cui hanno accesso le aziende che si sono accreditate. Se ne esistono i presupposti l’esperto del lavoro propone al candidato un tirocinio in una delle aziende partner. Il percorso di formazione può durare dai 3 ai 6 mesi durante i quali il lavoratore percepisce un’indennità mensile di 500 euro più i buoni pasto a totale carico del Fondo. L’esperto del lavoro può anche offrire, in accordo con il candidato, percorsi differenziati: ad esempio, un periodo di formazione seguito dal tirocinio; opportunità di impiego attraverso le Agenzie per il Lavoro; inserimento diretto se il tuo profilo è in linea con eventuali opportunità di aziende aderenti. Nel caso del tirocinio formativo, un tutor segue poi tutto l’iter in azienda. Possono accede al Fondo disoccupati con figli a carico e a giovani fino ai 24 anni ancora conviventi con i genitori. Le aziende che sono interessate a cogliere questa opportunità possono iscriversi al fondo compilando il form sul sito www.diamolavoro.it