Is 6,1-7 / Sal 22 (23); Ef 4,29-32; Gv 6,35-40
Non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio… scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate benevoli […] misericordiosi […] perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo. (Ef 4,30-32)
La vita dell’uomo nuovo, rinato nella Pasqua del risorto, implica uno stile di vita nuovo. San Paolo nella lettera agli Efesini descrive bene le sue caratteristiche. Esso non vive da isolato ma vive in una comunità, nella Chiesa che Cristo ha voluto, in una fraternità di discepoli del Signore. Non vive una serie di norme morali, comandamenti ideologici che creano nella nostra testa una religione dell’etica, bensì una testimonianza di vita quotidiana che si esprime in scelte, atteggiamenti, parole e azioni che riflettono l’immagine nella quale ciascun figlio di Dio è stato creato e rinato nel battesimo: quella di Cristo Gesù, che si volge verso il Padre e i fratelli. Da soli non ce la faremmo, è lo Spirito Santo che in noi agisce e ci suggerisce come vivere da figli di Dio. Viceversa, quando non assecondiamo i suoi doni in noi e verso gli altri, riusciamo a rattristarlo, lui che si manifesta con frutti di amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé (cfr. Gal 5,22). Consegniamogli la nostra libertà perché faccia risaltare in noi il volto del risorto, lì dove viviamo.
Preghiamo
Il fianco di Cristo fu trafitto
e subito ne uscì sangue e acqua, alleluia.
(dalla liturgia)