2Re 6,1-7; Sal 85 (86); 1Cor 10,1-4 oppure 2Cor 1,18-22; Mt 5,44b-48
È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori. (2Cor 1,21)
Da questo testo di san Paolo deriva l’altro nome del sacramento della cresima, quello di confermazione. Lo Spirito Santo è il consolatore e conferma il dono d’amore di Dio. Per farci comprendere l’apostolo usa tre immagini: l’unzione, il sigillo e la caparra. L’unzione: siamo stati unti con il crisma, e l’olio penetra nella pelle, siamo imbevuti dello Spirito Santo che ci conforma a Cristo, e insieme a lui possiamo proclamare il nostro atto di fede: «Amen». Il sigillo: il vescovo, nel conferirci il sacramento della confermazione, ci ha detto: «Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono», cioè lo Spirito è l’impronta che indica che apparteniamo a Cristo e al Padre, nello Spirito Santo. La caparra: è l’anticipo che garantisce il saldo finale, la partecipazione all’eredità dei figli promessa da Dio, che è la vita divina che non terminerà più. Tutto questo è dono misericordioso per vivere da figli nel figlio Gesù. Non potremmo se non fossimo imbevuti, segnati e certi della vita divina senza l’aiuto dello Spirito Santo.
Preghiamo
Ti loderò, Signore, mio Dio, con tutto il cuore
e darò gloria al tuo nome per sempre,
perché grande con me è la tua misericordia:
hai liberato la mia vita dal profondo degli inferi.
(Sal 85)