At 2,29-38; Sal 88 (89); Rm 5,5b-11; Gv 7,37-39a
Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: «Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva». (Gv 7,37-38)
Quando Gesù dà la sua vita sulla croce dal suo costato per il colpo di lancia, escono sangue e acqua. L’acqua è segno dello Spirito Santo e, come affermato in precedenza dallo stesso Gesù, lui è il vero tempio di Dio (cfr. Gv 2,19). Il rimando è alla profezia di Ezechiele 47, dove si annuncia un nuovo tempio, dal cui fianco destro uscirà un fiume d’acqua che nasce dal luogo della Shekhinah (la presenza di Dio in mezzo al suo popolo), che è vita per Israele e per tutti i popoli della terra. Oggi è Pasqua e comprendiamo bene le parole del nostro redentore: lui, donando la vita, dona lo Spirito Santo, instaura una nuova alleanza per tutti e per ciascuno. Cristo risorto è presente tra noi, con l’azione dello Spirito Santo ci vivifica e santifica con i sacramenti e il dono della sua Parola di vita. Nel battesimo siamo immersi in questo dono di grazia, veniamo confermati nello Spirito, possiamo sederci alla mensa della vita, memoriale della passione, morte e risurrezione del figlio di Dio. Proprio come la liturgia ci ha fatto cantare nella grande veglia pasquale, tutti abbiamo attinto al «lavacro santo e puro, perenne fonte d’acqua, che dona a chi si immerge la giovinezza eterna, alleluia».
Preghiamo
O Padre, che ci hai nutrito con il tuo dono divino,
fa’ che manifestiamo nella vita il rinnovamento operato
in noi da questi santi misteri.
(dalla liturgia)