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Sirio 18 - 24 novembre 2024
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Turchia

«Monsignor Padovese, uomo della conciliazione»

Il ricordo di Maria Grazia Zambon, consacrata dell'Ordo Virginum, missionaria laica ad Ankara: «Non amava i contrasti, per cui si adoperava sempre per ricomporli»

di Mauro COLOMBO

3 Giugno 2010

«L’avevo visto circa un mese fa a Efeso, in occasione di un simposio di tutti i presbiteri presenti in Turchia legato all’Anno Sacerdotale. Era molto contento per questa riunione ecclesiale di preti, nunzi e vescovi, una circostanza che considerava un autentico momento di grazia». A poche ore dall’omicidio di monsignor Luigi Padovese, la voce di Maria Grazia Zambon da Ankara è naturalmente scossa dall’emozione e dalla sorpresa: «Non c’era alcuna avvisaglia che potesse far pensare a un fatto simile».
Milanese di Turro, consacrata dell’Ordo Virginum, Maria Grazia Zambon è missionaria laica in Turchia da sette anni. Monsignor Padovese è stato il suo vescovo per quattro anni: «Ho partecipato alla sua ordinazione episcopale e in seguito ho sempre mantenuto contatti con lui».

Che ricordo ha di lui?
Il suo profilo era quello dello studioso, dell’intellettuale. Malgrado ciò, era una persona molto semplice e alla mano. Buono con tutti.

Qual era il tratto distintivo del suo ministero?
Sicuramente la sua grande cordialità. Non amava gli attriti, i contrasti, per cui si adoperava sempre per ricomporli, a favore della conciliazione, della mediazione.

In base alle ultime notizie pare che l’omicida fosse in preda a uno stato di depressione. L’assassinio può comunque rappresentare un motivo d’allarme per i cristiani in Turchia?
Non era mai accaduto l’omicidio di un vescovo. È un fatto che ci tocca tutti. «L’avevo visto circa un mese fa a Efeso, in occasione di un simposio di tutti i presbiteri presenti in Turchia legato all’Anno Sacerdotale. Era molto contento per questa riunione ecclesiale di preti, nunzi e vescovi, una circostanza che considerava un autentico momento di grazia». A poche ore dall’omicidio di monsignor Luigi Padovese, la voce di Maria Grazia Zambon da Ankara è naturalmente scossa dall’emozione e dalla sorpresa: «Non c’era alcuna avvisaglia che potesse far pensare a un fatto simile».Milanese di Turro, consacrata dell’Ordo Virginum, Maria Grazia Zambon è missionaria laica in Turchia da sette anni. Monsignor Padovese è stato il suo vescovo per quattro anni: «Ho partecipato alla sua ordinazione episcopale e in seguito ho sempre mantenuto contatti con lui».Che ricordo ha di lui?Il suo profilo era quello dello studioso, dell’intellettuale. Malgrado ciò, era una persona molto semplice e alla mano. Buono con tutti.Qual era il tratto distintivo del suo ministero?Sicuramente la sua grande cordialità. Non amava gli attriti, i contrasti, per cui si adoperava sempre per ricomporli, a favore della conciliazione, della mediazione.In base alle ultime notizie pare che l’omicida fosse in preda a uno stato di depressione. L’assassinio può comunque rappresentare un motivo d’allarme per i cristiani in Turchia?Non era mai accaduto l’omicidio di un vescovo. È un fatto che ci tocca tutti.