Siamo alle solite: pur di smentire fughe di notizie e presentare argomenti non passibili di “profezia”, l’analisi del testo della maturità 2013 non è stata tratta da Pirandello, né da Ungaretti o Saba, ma da Claudio Magris. Con tutto il rispetto per il germanista triestino, autore di volumi di grande interesse non solo letterario, la proposizione della prefazione di un suo libro del 2005, L’infinito viaggiare, sembra davvero una forzatura: per prima cosa Magris non fa parte dei programmi d’esame che arrivano a stento a Tozzi o Moravia; secondo poi si tratta di saggistica, stile molto importante ma non abbastanza o per nulla affrontato nel corso di un programma che – non dimentichiamolo – include anche la lettura di diversi canti del Paradiso dantesco.
La ricerca di originalità a tutti i costi per smentire le fughe di notizie gioca talvolta scherzi pesanti a chi ha il delicato compito di scegliere le prove scritte: gli studenti si sono, infatti, concentrati sui nomi di programma o su quelli dettati dal tam-tam del web, o se mai, per scrupolo, sui grandi europei come la Woolf, o Joyce, o Mann, o Kakfa. Ma Magris, diciamocela tutta, non poteva essere divinato da nessuna umana mente che tenesse fermi i motivi-base del programma scolastico. Dove sono andati a parare coloro che non hanno potuto scegliere l’analisi del testo?
Molto più razionale e costruttiva la traccia di argomento generale sulla vita vista non solo come competizione, ma come cooperazione e creatività, perché impone una riflessione sia sull’attualità sia un’analisi critica di pseudo-valori che sembrano aver preso il predominio sull’immaginario giovanile, quali l’individualismo esasperato e la competitività darwiniana. Il tema storico presuppone una lettura approfondita dei giornali, visto il tema sugli Stati in grande sviluppo economico, i cosiddetti Brics, e non del libro di testo storico, che contiene argomenti legati al colonialismo e alla decolonizzazione. Un docente che arrivasse ai Brics avrebbe tagliato con l’ascia chili di pagine basilari per capire il Novecento e oltre.
L’articolo di giornale e il saggio breve hanno presentato un argomento possibile a quanti hanno affrontato il tema novecentesco della società di massa (cosa assai possibile in storia, ma anche in letteratura e in arte, e se si vuole in filosofia), viste anche le citazioni del Pasolini degli Scritti corsari, assai critico nei riguardi del consumismo, dell’Elias Canetti “storico” della situazione dell’individuo nella società di massa (e Massa e potere è il titolo di un suo celebre volume del 1938) e del Montale inusuale (il poeta ligure è uno dei più ricorrenti nelle tracce della maturità) di Sulla spiaggia, una poesia non certo tra le più famose, apparsa nella raccolta Diario del ’71 e del ’72, incentrata in anni ancora non sospetti sulla perdita dei luoghi del silenzio. La traccia sullo stato, il mercato e la democrazia è anch’essa interessante, a patto che lo studente abbia approfondito il legame strutturale tra economia e politica, cosa che nella corsa a finire i programmi ministeriali non sempre è possibile.
Più intrigante il tema sugli omicidi politici del saggio (o articolo) storico: quelli di Francesco Ferdinando e di Matteotti sono parte integrante del programma: l’attentato a Kennedy di cinquant’anni fa (questa coincidenza ha fatto pensare qualcuno) è argomento cronologicamente di confine, mentre il rapimento di Moro troverà molti impreparati, visto che l’argomento, ancora oggi assai controverso, è storia-cronaca recente. Altra traccia che non ci si aspettava quella sulle ricerche sul cervello, assai sentita negli Usa. Ma da noi? Certo che argomenti maggiormente legati al programma inviterebbero i ragazzi ad applicarsi, perché la non rispondenza tra i programmi stessi e le tracce potrebbero instaurare una pericolosa sfiducia verso lo studio frontale.