Con il Rapporto Giovani l’Italia colma un grave lacuna conoscitiva che si è venuta a creare nel Paese con il venir meno del Rapporto Iard, promuovendo un’indagine ancora più significativa dal punto di vista della consistenza campionaria, della natura e del metodo di rilevazione.
Rapporto Giovani nasce dall’ambizione di fornire un’interpretazione che potremmo definire diacronica del mondo dei giovani, aiutando tutti ad avere un punto di vista meno stereotipo sui giovani, cui spesso viene affibbiato il bollo di mammoni e bamboccioni. Si tratta di "una beffa" che va ad aggravare la già difficile condizione dei giovani che, come dichiarano nella nostra indagine, sono «costretti» a tornare nella casa della famiglia d’origine a causa delle difficoltà economiche che non riescono a superare. L’indagine può quindi aiutare tutti ad avere un punto di vista meno stereotipo su di loro.
Questa è un’utilità decisamente immediata: sfatare alcuni luoghi comuni che in questi ultimi anni stanno contribuendo a definire un’immagine forse eccessivamente distorta dei nostri ragazzi. Non una semplice fotografia del qui e ora, ma un’osservazione di lungo periodo: un’analisi longitudinale della durata minima di 5 anni di un campione di ragazzi dai 18 ai 29 anni. Si è scelta questa fascia di età per cogliere, nel corso del tempo, tutti i più importanti passaggi biografici dei nostri ragazzi: dalla scelta di proseguire o meno negli studi all’ingresso nel mondo del lavoro; dall’abbandono della famiglia di origine alla nascita del primo figlio e così via.
I punti di forza sono molteplici, primo fra tutti l’imponente dimensione campionaria (9 mila ragazzi), ma il valore aggiunto di questa indagine risiede nel monitorare costantemente i cambiamenti di vita dandone una motivazione sia di tipo congiunturale sia valoriale. Questa rilevazione rappresenta anche una sfida complessa e inedita che Ipsos ha prontamente raccolto con la consapevolezza di doverla affrontare ai massimi livelli sia dal punto di vista metodologico sia sotto l’aspetto organizzativo.
I risultati che stanno emergendo ed emergeranno nel corso dei prossimi anni saranno certamente utili per supportare o stimolare politiche giovanili a lungo termine. Questa la ragione della scelta della longitudinalità dell’analisi. E non solo. L’ingente dimensione campionaria, accompagnata dall’autorevolezza delle analisi effettuate dal team dell’Istituto Toniolo, consentono di scendere a un livello di dettaglio per macro aree geografiche in modo da poter fornire risposte specifiche alle diversità regionali che da sempre caratterizzano il nostro Paese.