In questi giorni Milano sarà al centro di un importante evento internazionale. La città ospiterà il decimo vertice Asem cui parteciperanno capi di Stato e di governo di 53 Paesi.
Per alcuni giorni la nostra metropoli vedrà uomini di Stato e rappresentanti della società civile impegnati a discutere di sviluppo sostenibile, commercio equo, cooperazione, sicurezza, integrazione e solidarietà. Tutti temi essenziali e pieni di futuro: all’impegno responsabile su ognuno di essi da parte dei singoli e delle istituzioni è legata infatti la possibilità di costruire un avvenire in grado di superare quelle «inequità» – come ci ricorda papa Francesco – che sono all’origine del nostro presente tanto segnato da fenomeni di esclusione, delegittimazione reciproca, individualismo, violenza. Milano si presta bene a un simile compito: già tante volte nella storia, è stata luogo di dialogo e di scambio, come abbiamo ricordato pochi mesi fa, celebrando il diciassettesimo centenario dell’Editto di Milano; lo è adesso, in seguito a tutte le trasformazioni che la rendono sempre più società plurale, in cui si incontrano culture e civiltà chiamate a una convivenza virtuosa e arricchente.
Un simile evento può contare sull’attenzione e sull’impegno dei tanti cristiani che abitano la città. Illuminati dalla loro fede, i cristiani sentono la responsabilità di mostrare la vicinanza di Dio a tutti gli uomini e a tutte le donne attraverso l’impegno a costruire un’amicizia civica capace di accogliere ogni persona e in particolare i più poveri e gli esclusi. Da secoli i cristiani a Milano lavorano per realizzare una fraternità che sostiene l’altro e lo aiuta ad andare avanti, a scoprire la bellezza di essere persona dentro un popolo che lo riconosce e lo accompagna.
L’augurio della Chiesa milanese per il summit diventa così un augurio per Milano: possa essere il luogo e l’occasione per aiutare tutta l’umanità a sentirsi sempre più una sola grande famiglia.