Il Giro d’Italia non è mai stata “la corsa” di Franco Ballerini, campione più portato alle competizioni di giornata (le sue “perle” sono le due Parigi-Roubaix). Nondimeno il Ct della Nazionale di ciclismo ha l’esperienza – oltre che il ruolo istituzionale – per dare un giudizio competente sulla gara che sta per partire.
Che corsa sarà?
Il percorso è sicuramente impegnativo. Dal Centro in poi ci sono tappe molto difficili, nell’ultima settimana tre frazioni addirittura in grado di ribaltare completamente la classifica. Ma pure le tappe di pianura non sono le classiche marce di trasferimento, anch’esse presentano insidie da non sottovalutare. Naturalmente, poi, nell’arco di tre settimane ogni minima difficoltà può dar fastidio ai corridori.
Si parla molto del duello Cunego-Basso. Ma ci sarà spazio anche per altri?
Mi pare che i più attesi aspiranti alla maglia rosa – Cunego, Basso, Simoni, Garzelli, lo stesso Savoldelli che torna al Giro dopo tante vicissitudini e con una squadra sicuramente competitiva – partano più o meno allo stesso livello di forma. Vedo un grande equilibrio: tutti hanno programmato un avvicinamento progressivo al Giro, senza che nessuno eccellesse in modo particolare rispetto agli altri. Tra gli stranieri, un occhio di riguardo meritano gli spagnoli.
E un possibile outsider?
Non credo che ce ne saranno. Un Giro così difficile non si presta a sorprese. Successe l’anno scorso con Cunego, ma in quel caso siamo molto più vicini al fuoriclasse che al campione.