«Un giorno io, Burgnich e Picchi “scappiamo dal ritiro”: erano le 7 del mattino: destinazione la chiesa a un passo dal ritiro dove volevamo assistere alla messa. A un certo punto, dietro a una colonna della chiesa, compare il “Mago”. Mi difendo affermando che senza la messa gioco male, e concordano Picchi, Burgnich e Facchetti. Il “Mago” si convince: la fuga dai ritiri non è per festini e per trovare ragazze disponibili. Il “Mago” capisce e da allora la messa è celebrata ogni sabato prima della partita. Ricordi quando eravamo a 7 punti dal Milan? Ebbene, la squadra aveva vissuto un risveglio spirituale, partecipavamo alla messa, ci si confessava, eravamo coinvolti in opere di solidarietà… Vincemmo il campionato all’ultima giornata».
Il racconto dell’introduzione della Messa domenicale nei ritiri della Grande Inter allenata da Helenio Herrera è solo uno dei passaggi della lunga intervista rilasciata da Sandro Mazzola a Fabrizio Annaro, on line su www.ildialogodimonza.it. Un incontro cordiale e piacevole, nel quale il popolare “Baffo” svela uno dei suoi segreti: «La mia fortuna sono state le scarpe: avevo sempre un dolore ai polpacci, poi un giorno trovo un paio di scarpe usate con tacchetti di cuoio. Che pacchia! Giocavo e mi divertivo, mai un dolore…».
Mazzola parla dei grandi successi dell’Inter degli anni Sessanta, come la vittoria con il Real Madrid nella finale di Coppa dei Campioni del 1964, e delle alterne vicende della Nazionale, nella quale fu protagonista della famosa “staffetta” con Gianni Rivera ai Mondiali del 1970. Ma ricorda anche l’emozione dell’incontro con Padre Pio, sottolinea l’importanza di conciliare sport e studio nella formazione di un ragazzo e dà un consiglio ai giovani aspiranti campioni: «Amare il pallone, amare il calcio, giocare sempre, ovunque» e capire che «il calcio è gioco di squadra, è dialogo con i tuoi compagni, è sacrificio per sé e per gli altri, ma soprattutto per gli altri…».