Ci siamo. Venerdì 7 febbraio prendono il via a Sochi le Olimpiadi invernali più blindate della storia. Ben 50mila soldati e un impressionante spiegamento di mezzi armati e tecnologici veglieranno sui quasi seimila atleti provenienti da 85 Paesi. Il governo russo ostenta sicurezza, ma i timori per possibili attentati restano di estrema attualità, dopo i ripetuti e gravi atti minatori che hanno preceduto l’evento.
Putin ha investito molto sui Giochi, non solo sul fronte sportivo ma in termini d’immagine: solo di infrastrutture il governo russo ha infatti stanziato 50 miliardi di dollari, ma l’apparato della propaganda e della sicurezza potrebbero alla fine far lievitare i costi anche del 50%. La voglia di stupire e il modernismo sfrenato dei palaghiaccio faranno da cornice nei 17 giorni di gara agli 89 eventi, di cui 12 nuovi per un totale di 15 discipline sportive.
Mai come in questa edizione, l’Italia fa la parte dell’outsider, non avendo grandi favoriti alla vigilia. Saranno in 113 gli azzurri a caccia di medaglia, con l’obiettivo minimo di eguagliare il (magro) bottino del 2010 a Vancouver, quando le medaglie furono 5 (un oro, un argento e tre bronzi) e una squadra ringiovanita, composta da 69 uomini e 44 donne. Il più anziano della squadra sarà Giorgio Di Centa che ha compiuto da poco 41 anni, mentre la più giovane è la slittinista Sandra Robatscher, che il mese scorso ha compiuto 18 anni. Guidata dal nostro portabandiera, lo slittinista Armin Zoeggeler, la nostra Nazionale si affida ancora all’esperienza della pattinatrice di figura Carolina Kostner, quasi al termine di una carriera impareggiabile. In diverse discipline però (l’Italia è assente solo nel curling e nell’hockey ghiaccio) restiamo una grande incognita: lo sci alpino è il grande atteso mentre lo sci di fondo è la tradizione ma stavolta senza mattatori, con lo short track che sembra invece una garanzia, mentre lo snowboard potrebbe regalarci sorprese.
Riacciuffato per i capelli, lo slalomista Giuliano Razzoli potrà difendere il suo oro olimpico: anche se sarà dura ripetersi, lo sport invernale azzurro ha proprio bisogno di un exploit a sorpresa come il suo di 4 anni fa per cercare di far quadrare i conti. Ma non sarà facile: la concorrenza si è fatta agguerritissima e la guerra dei materiali, ormai, non fa più prigionieri.