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Csi

Aperta una sede ad Haiti

Un “gioco di squadra” con la Fondazione Rava e Danone Italia per aiutare il Paese caraibico devastato dal terremoto del 12 gennaio 2010

26 Luglio 2012

Frutto della collaborazione tra il Centro Sportivo Italiano, Danone Italia e la Fondazione Francesca Rava-N.P.H. Italia Onlus, nasce ad Haiti la nuova sede estera del Csi, con l’obiettivo di dare ai bambini del Paese devastato dal terribile terremoto del 12 gennaio 2010 strutture dove giocare, allenarsi e crescere sani e pieni di sogni.

Il presidente del Csi Massimo Achini e il direttore Relazioni esterne di Danone Italia Simone Ceruti hanno depositato una zolla prelevata dallo Stadio di San Siro come avvio simbolico alla costruzione di un campo di calcio all’interno dell’orfanotrofio N.P.H.Kay Sainte Helene di Kenscoff, gestito da Padre Rick con il sostegno della Fondazione Rava. Il presidente della neonata società sarà poi selezionato tra i venti ragazzi haitiani che riceveranno la necessaria formazione tecnico-organizzativa da parte di dirigenti del Csi: condizione necessaria perché l’iniziativa possa attecchire sul territorio senza necessità di continui aiuti esterni.

Il progetto “Una sede Csi ad Haiti” si sviluppa all’interno di un più ampio percorso che il Csi ha intrapreso diversi anni fa collaborando con Danone Italia per l’evento Danone Nations Cup, torneo internazionale di calcio a 9 per bambini di 11 e 12 anni che coinvolge 40 Paesi e oltre 2 milioni di ragazzi in tutto il mondo al motto di “Credi nei tuoi sogni”. La manifestazione si conclude ogni anno con la finale mondiale, cui accedono le squadre vincitrici dei tornei nazionali e che quest’anno si svolgerà il 9 settembre a Varsavia, nello stesso National Stadium che ha ospitato la partita inaugurale degli Europei 2012. Haiti sarà presente per il terzo anno consecutivo proprio con la formazione dei ragazzi provenienti dall’orfanotrofio N.P.H. Kay Sainte Helene di Kenscoff, allenati da tecnici del Csi, da tempo impegnati in un significativo pendolarismo tra Milano e Port-au-Prince.

Obiettivo di Danone è dunque quello di portare la Danone Nations Cup ad Haiti, creando insieme al Csi un vero e proprio campionato locale che arrivi a coinvolgere il più ampio numero di ragazzi possibile eleggendo la squadra che, anno dopo anno, vestirà i colori del proprio Paese alla finale mondiale.

La partecipazione della delegazione italiana – alloggiata presso l’Ospedale pediatrico N.P.H. Saint Damien nelle tende lasciate dalla Protezione Civile Italiana, che lì aveva la sua base all’indomani del terremoto – si è completata con la visita di alcuni luoghi emblematici dell’isola: la collina Titanyen, in cui Padre Rick, da 25 anni direttore di N.P.H. Haiti, si reca settimanalmente a seppellire i morti senza nome dell’ospedale generale; il quartiere baraccopoli di Citée Soleil, dove Padre Rick e il suo team, con l’aiuto della Fondazione dall’Italia, stanno costruendo case, portando lavoro e formazione professionale; l’Ospedale pediatrico N.P.H. Saint Damien, che assiste 80 mila bambini ogni anno e ha attivato uno specifico programma contro la malnutrizione che Danone sostiene dal 2011 attraverso il progetto “Danone per Haiti”.

Seppur con i limiti dei mezzi a disposizione e senza particolari ambizioni di risolvere problemi strutturali, lo sport si conferma prezioso veicolo per riportare speranze e positività alle persone e favorire l’educazione e la crescita sana delle generazioni più giovani.

Incontri in Lombardia

Con l’intento di sentirsi un’unica grande squadra, il presidente regionale del Csi Lombardia Giancarlo Valeri ha definito un piano di incontri con i Comitati territoriali. Il primo sarà coi Comitati di Crema e Cremona lunedì 17 settembre. Lunedì 24 toccherà quindi a Lodi e Pavia. Fitto il calendario di ottobre: lunedì 8 tappa a Mantova, venerdì 15 incontro con Lecco e Sondrio, lunedì 22 visita al Comitato di Vallecamonica e quindi, lunedì 29, chiusura del mese con Varese e Como. Brescia lunedì 5 novembre, Bergamo lunedì 12 e Milano venerdì 19 chiuderanno il ciclo. «L’obiettivo - spiega Valeri - sarà quello di definire, a partire dall’autonomia e dalla diversità del territorio che per me sono un valore, predisporre, al termine degli incontri, un piano di sviluppo della regione, stabilendo gli obiettivi e le strategie da raggiungere gradualmente e farlo ragionando sempre come un’unica grande squadra». [m.g.]