Gli esperti ne avevano pronosticate 34, il che vorrebbe dire pareggiare il conto di Sydney 2000, poi “limato” ad Atene 2004 (32) e decisamente ridotto a Pechino 2008 (27). Il presidente del Coni Gianni Petrucci, meno ottimista, si accontenterebbe di arrivare a 30: «Mi auguro che i nostri atleti possano raggiungere i primi posti come in passato, ma non sarà facile…», aveva dichiarato alla vigilia. E invece per l’Italia le Olimpiadi di Londra 2012 sono decisamente iniziate col botto.
Sette medaglie nelle prime due giornate di gara: due ori, tre argenti e due bronzi. Alcune attese – quelle del fioretto femminile, anche se il tris è da leggenda -, altre solo sperate – il tiro con l’arco, sulla scorta del precedente-beffa di Pechino -, altre assolutamente inattese, come l’argento dello sciabolatore Occhiuzzi.
In questi primi podi conquistati dagli azzurri a Londra va segnalato il contributo “ambrosiano”, vale a dire le medaglie vinte da atleti originari del territorio diocesano. È di Gallarate (Varese) Michele Frangilli, uno dei tre infallibili arcieri. Sua è stata la freccia decisiva nella finale contro gli Usa, sua anche la commozione più intensa sul podio, risalito a 16 anni di distanza dal primo: «Ho pensato a mia madre Paola, morta nel 2005 – ha confessato Frangilli, figlio d’arte -. Pur stando male, era ad Atlanta e anche ad Atene. Ma lì non sono riuscito a vincere. Sono sicuro che da lassù mi ha aiutato…».
Lacrime, ma di rabbia, anche per Arianna Errigo, la fiorettista monzese (anche se gareggia per la Comense) arrivata a una manciata di secondi dalla fine dell’assalto decisivo con tre stoccate di vantaggio sulla compagna di squadra Di Francisca, che poi ha rimontato e vinto al supplementare. Già argento ai Mondiali 2010 e n.4 del ranking mondiale, in semifinale era riuscita a esorcizzare il mito-Vezzali. La medaglia d’argento, alla vigilia risultato da sottoscrivere, alla fine ha avuto un retrogusto amaro. Ma Arianna ha solo 24 anni: il futuro è suo.