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Disabilità

I non vedenti: puntare in maniera convinta sull’e-book

Appello agli editori perché i due grandi progetti riguardanti gli e-book non trascurino la questione del diritto di ciechi e ipovedenti alla lettura

di Maurizio MOLINARI Redazione

3 Giugno 2010

Una lettera aperta perché la scommessa dell’e-book, su cui le case editrici italiane sembrano ormai voler puntare forte, non si riveli una scommessa perdente per quanto riguarda l’accessibilità del libro elettronico del futuro. È un appello, quello lanciato in rete da trecento non vedenti e ipovedenti italiani che hanno scritto agli editori perché i due grandi progetti riguardanti gli e-book (l’Edigita e l’analoga iniziativa della Mondadori) non trascurino la questione del diritto di ciechi e ipovedenti alla lettura.
«Noi ipovedenti e non vedenti guardiamo con estremo favore il fatto che l’editoria italiana finalmente punti sull’e-book in quanto questo potrebbe abbattere forse definitivamente molte delle barriere e delle intermediazioni che ostacolano il nostro accesso alla cultura, alla scuola, all’informazione scientifica», si legge nella lettera.
«Noi pensiamo che la scelta di un formato aperto e con le caratteristiche di e-pub possa altresì soddisfare necessità di trascrizioni alternative e di riadattamento che dovvessero essere necessarie per la fruizione più completa dei contenuti», continua il documento, che poi lancia un grido d’allarme, esprimendo la preoccupazione per il fatto che la «giusta difesa del drm» (il sistema di protezione dei file digitali, ndr) e quindi del diritto d’autore, possa impedire l’accesso ai libri elettronici da parte dei disabili visivi o di chi necessita di trascrizioni e adattamenti.
«Molti e-book commerciali in formato epub sono esclusivamente utilizzabili dall’interno del programma Adobe digital editions, o altri software e devices proprietari, e questo per noi significherebbe la sostanziale inaccessibilità ai contenuti, come del resto è stato già sollevato da prestigiose università americane nei confronti sia del software di Adobe che del lettore di e-book di Amazon», denuncia la lettera.
In sintesi, i non vedenti e gli ipovedenti italiani chiedono la possibilità di trasferire i contenuti di un e-book a programmi alternativi quali i software per la lettura dello schermo, la stampa Braille o per l’ingrandimento dei caratteri ed escludono che ciò possa portare a uno “spaccio” degli e-book o dei loro “testi destrutturati” che bypassi la regolare vendita.
Noi crediamo che i grossi gruppi editoriali e i loro partner scientifici abbiano le competenze necessarie per proporre sistemi di gestione del Drm compatibili con le deroghe al diritto di autore”, si legge nella lettera.
Infine i firmatari della missiva chiedono alle case editrici la possibilità di testare le pattaforme e-book prima che entrino a regime, per evitare costi successivi di riadattamento e risolvere in anticipo eventuali criticità. In particolare, i test sono importanti per le pubblicazioni di tipo scientifico, la cui fruizione per studio e per ricerca non prevede una lettura lineare del testo dall’inizio alla fine ma la possibilità di estesa navigazione fra paragrafi, capitoli, note, ecc, e la necessità di inserire commenti, segnalibri o altri appunti.
«Concludiamo augurandovi il meritato riscontro natalizio con vendite massicce di e-book – recita il documento – e augurandoci nel contempo di poterne godere e regalarne anche noi». Se gli editori non faranno orecchie da mercante, l’e-book potrebbe, nel medio termine, davvero risolvere in gran parte i problemi di accesso alla cultura, alla scuola e al mondo del lavoro che i disabili visivi hanno sempre avuto e purtroppo continuano ad avere. Una lettera aperta perché la scommessa dell’e-book, su cui le case editrici italiane sembrano ormai voler puntare forte, non si riveli una scommessa perdente per quanto riguarda l’accessibilità del libro elettronico del futuro. È un appello, quello lanciato in rete da trecento non vedenti e ipovedenti italiani che hanno scritto agli editori perché i due grandi progetti riguardanti gli e-book (l’Edigita e l’analoga iniziativa della Mondadori) non trascurino la questione del diritto di ciechi e ipovedenti alla lettura.«Noi ipovedenti e non vedenti guardiamo con estremo favore il fatto che l’editoria italiana finalmente punti sull’e-book in quanto questo potrebbe abbattere forse definitivamente molte delle barriere e delle intermediazioni che ostacolano il nostro accesso alla cultura, alla scuola, all’informazione scientifica», si legge nella lettera.«Noi pensiamo che la scelta di un formato aperto e con le caratteristiche di e-pub possa altresì soddisfare necessità di trascrizioni alternative e di riadattamento che dovvessero essere necessarie per la fruizione più completa dei contenuti», continua il documento, che poi lancia un grido d’allarme, esprimendo la preoccupazione per il fatto che la «giusta difesa del drm» (il sistema di protezione dei file digitali, ndr) e quindi del diritto d’autore, possa impedire l’accesso ai libri elettronici da parte dei disabili visivi o di chi necessita di trascrizioni e adattamenti.«Molti e-book commerciali in formato epub sono esclusivamente utilizzabili dall’interno del programma Adobe digital editions, o altri software e devices proprietari, e questo per noi significherebbe la sostanziale inaccessibilità ai contenuti, come del resto è stato già sollevato da prestigiose università americane nei confronti sia del software di Adobe che del lettore di e-book di Amazon», denuncia la lettera.In sintesi, i non vedenti e gli ipovedenti italiani chiedono la possibilità di trasferire i contenuti di un e-book a programmi alternativi quali i software per la lettura dello schermo, la stampa Braille o per l’ingrandimento dei caratteri ed escludono che ciò possa portare a uno “spaccio” degli e-book o dei loro “testi destrutturati” che bypassi la regolare vendita.Noi crediamo che i grossi gruppi editoriali e i loro partner scientifici abbiano le competenze necessarie per proporre sistemi di gestione del Drm compatibili con le deroghe al diritto di autore”, si legge nella lettera.Infine i firmatari della missiva chiedono alle case editrici la possibilità di testare le pattaforme e-book prima che entrino a regime, per evitare costi successivi di riadattamento e risolvere in anticipo eventuali criticità. In particolare, i test sono importanti per le pubblicazioni di tipo scientifico, la cui fruizione per studio e per ricerca non prevede una lettura lineare del testo dall’inizio alla fine ma la possibilità di estesa navigazione fra paragrafi, capitoli, note, ecc, e la necessità di inserire commenti, segnalibri o altri appunti.«Concludiamo augurandovi il meritato riscontro natalizio con vendite massicce di e-book – recita il documento – e augurandoci nel contempo di poterne godere e regalarne anche noi». Se gli editori non faranno orecchie da mercante, l’e-book potrebbe, nel medio termine, davvero risolvere in gran parte i problemi di accesso alla cultura, alla scuola e al mondo del lavoro che i disabili visivi hanno sempre avuto e purtroppo continuano ad avere.