Al centro dell’iniziativa, a margine della 17a "Giornata di primavera" Fai, c’è la mostra «Le stanze dell’arcivescovo. Quadreria del Palazzo Arcivescovile di Groppello al tempo dei cardinali Cesare Monti e Federico Visconti: 1635-1693», è stata possibile grazie alle ricerche e agli studi di Silvia Colombo, coautrice del volume «Quadreria dell’Arcivescovado», edito da Electa. In esposizione copie, a grandezza naturale, di 19 dei 116 dipinti che facevano parte delle collezioni dei cardinali Monti e Visconti, arcivescovi di Milano nel XVII secolo. Durante la visita al Palazzo Arcivescovile di Groppello sarà possibile percorrere alcune delle stanze del primo piano, così come erano state volute dai due arcivescovi milanesi secenteschi, e ammirare nella loro collocazione originaria alcuni dipinti, oggi disseminati in vari musei ed edifici tra i quali il Palazzo Arcivescovile di Milano, il Museo Diocesano, il Seminario di Venegono, il Santuario degli Oblati Missionari di Rho e la chiesa di S. Maria Ausiliatrice in Mazzo di Rho. Le opere in mostra riproducono l’intero ciclo di Filippo Abbiati, commissionato per il salone centrale dal card. Visconti e qui riunito per la prima volta dopo la dismissione della villa da parte del card. Schuster nel 1930.
Al centro dell’iniziativa, a margine della 17a "Giornata di primavera" Fai, c’è la mostra «Le stanze dell’arcivescovo. Quadreria del Palazzo Arcivescovile di Groppello al tempo dei cardinali Cesare Monti e Federico Visconti: 1635-1693», è stata possibile grazie alle ricerche e agli studi di Silvia Colombo, coautrice del volume «Quadreria dell’Arcivescovado», edito da Electa. In esposizione copie, a grandezza naturale, di 19 dei 116 dipinti che facevano parte delle collezioni dei cardinali Monti e Visconti, arcivescovi di Milano nel XVII secolo. Durante la visita al Palazzo Arcivescovile di Groppello sarà possibile percorrere alcune delle stanze del primo piano, così come erano state volute dai due arcivescovi milanesi secenteschi, e ammirare nella loro collocazione originaria alcuni dipinti, oggi disseminati in vari musei ed edifici tra i quali il Palazzo Arcivescovile di Milano, il Museo Diocesano, il Seminario di Venegono, il Santuario degli Oblati Missionari di Rho e la chiesa di S. Maria Ausiliatrice in Mazzo di Rho. Le opere in mostra riproducono l’intero ciclo di Filippo Abbiati, commissionato per il salone centrale dal card. Visconti e qui riunito per la prima volta dopo la dismissione della villa da parte del card. Schuster nel 1930. La chiesa di Sant’Antonio A 300 metri dal Palazzo Arcivescovile di Groppello, raggiungibile attraverso un camminamento campestre aperto per l’occasione, sarà possibile visitare la Chiesa di S. Antonio, uno dei 580 beni aperti dal Fai in occasione della giornata. L’oratorio, dedicato alla memoria di S. Antonio da Padova, fu fatto costruire dal card. Monti, il quale ne commissionò gli affreschi a Giovan Mauro della Rovere, noto, insieme al fratello Giovanni Battista, con l’appellativo di "Fiamminghini". Sulle pareti dell’edificio sono rappresentati alcuni dei miracoli compiuti dal santo, sulla volta è dipinta invece la gloria di Antonio, accolto in cielo tra santi e angeli musicanti. Per maggiori informazioni sui beni aperti a Cassano D’Adda e dintorni, si veda il sito del Fai www.fondoambiente.it. La mostra La mostra sarà aperta al pubblico con ingresso libero solo sabato 28 marzo, dalle 14 alle 18, e domenica 29 marzo, dalle 10 alle 18. Ogni gruppo di visitatori sarà accompagnato da una guida che introdurrà alla storia dell’edificio e alle opere esposte.Info: Palazzo Arcivescovile di Groppello D’Adda, largo S. Carlo – Via Cassano, Groppello d’Adda (frazione di Cassano d’Adda). palazzoarcivescovile@oratoriogroppello.com.
Evento
A Groppello riapre la residenza dei vescovi
Il 28 e 29 marzo, per la prima volta dopo 19 anni, viene aperto al pubblico il piano nobile del Palazzo che fu residenza suburbana degli arcivescovi di Milano da san Carlo ai primi del '900.
Giovanni CONTE Redazione
26 Marzo 2009La Villa arcivescovile di Groppello in una stampa del XVIII secolo.