1Gv 3, 13-16; Sal 22 (23); Ef 4, 1b-7. 11-13; Gv 10, 11-15
Non meravigliatevi, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. (1Gv 3,13-14)
Il mondo, ciò che si oppone alla vita piena in Cristo, rifiuta chi vive secondo il suo stile. I cristiani, consapevoli che la vita che arriva fino a donarsi totalmente è quella autentica, sanno però che ben altri sono i valori sui quali fondare la propria esistenza.
La vita e la morte non sono più da intendersi solo biologicamente, né si possono valorizzare a partire da ciò che si riesce a ottenere soltanto per sé. Al contrario, la morte coincide con la mancanza di amore, con un cuore incapace di battere. Per questo è impossibile escludere i fratelli dalla propria esistenza, essa corrisponderebbe alla morte; in ogni situazione, anche la più difficile, c’è vita piena quando essa si dona includendo con amore ogni fratello.
Preghiamo
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
Dal Salmo 22 (23)