At 10, 34-48a; Sal 95 (96); 1Cor 1, 17b-24; Lc 24, 44-49a
Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. Questa e la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi e il Signore di tutti». (At 10,34-35)
Le parole di Pietro interrogano ciascuno: si tratta di assumere il punto di vista del Signore, colui di fronte al quale tutti sono fratelli, così che ogni differenza perde di significato in confronto a ciò che unisce. Istituire differenze e preferenze non solo è scorretto perché impedisce di dare valore agli esseri umani in quanto tali, ma corrisponde a rifiutare il Signore, facendo come se egli fosse solo in favore di qualcuno e non di tutti.
Celebrare il «mandato missionario» è il momento per verificare se la fede nel Signore di tutti si realizza veramente, eliminando steccati, preferenze e differenze.
Preghiamo
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Dal Salmo 95 (96)