L’energia della Veneranda Fabbrica è nel plasmare il marmo di Candoglia, che vibra come fuoco vivo davanti allo stupore di tutti i fedeli e visitatori della Cattedrale, quando lo sguardo incrocia il suo antico splendore. L’operosità secolare delle maestranze ha trasformato i grani del marmo nel fulgore vivace della forma: la materia, come fuoco tenuto sotto la cenere, è nuovamente calore che scalda gli astanti.
I Grandi Cantieri aperti all’interno del Duomo continuano nella loro infinita opera senza sosta e, negli ultimi giorni, offrono in dono alla città uno spettacolo unico nel suo genere.
Dopo sei mesi di intenso lavoro, sta per terminare, infatti, la ripulitura ed il consolidamento della controfacciata che, con la discesa delle impalcature, manifesta il suo riverbero, restituendo agli occhi del pubblico tutta la brillantezza delle grandi vetrate. Il suo completamento avvenne solo nell’Ottocento quando, terminata la finestra neoclassica, nel 1827, si decise di chiuderla superiormente con una colossale testa leonina e con una scritta dedicatoria che verrà collocata nella cornice del balcone centrale. Questo intervento, il cui termine è programmato per fine aprile, è parte di un poderoso piano di restauri programmato anche in vista di Expo2015, con l’apertura di diciotto cantieri.
Dopo sette mesi, si ravviva anche la fiamma dell’altare della Madonna dell’Albero, posto nel capocroce nord del Duomo, interamente restaurato lungo i 60 metri di altezza ed i 19 di larghezza della parete interessata: un intervento mai effettuato prima, oggi reso possibile dall’utilizzo delle più avanzate tecnologie e grazie all’esperienza delle maestranze che operano nei Grandi Cantieri della Fabbrica. Un luogo significativo per la città e caro a San Carlo Borromeo, che volle chiudere una porta della Cattedrale in prossimità di questo spazio, un tempo interessato dal passaggio di persone, per riconsacrarlo interamente al culto.
Una preziosa occasione per monitorare e consolidare le porzioni di marmo più delicate, con l’inserimento di sessanta nuovi tasselli di marmo di Candoglia nei pilastrini e negli sguinci delle vetrate e che ha richiesto il lavoro a tempo pieno di tre operai della Fabbrica accanto a quello di cinque restauratori specializzati.
Il nome dell’altare deriva probabilmente da un affresco, presente precedentemente al suo posto, rappresentante l’episodio evangelico dei Santi Giacomo e Filippo, luogo presso il quale già si onorava la Madonna. Sull’altare è posta la splendida scultura di Maria con il Bambino, opera del tardo Settecento realizzata da Elia Vincenzo Buzzi.
La Veneranda Fabbrica continua nel suo impegno con determinazione e senso di responsabilità, di fronte agli occhi di Milano e del mondo.