20/03/2008
di Luca FRIGERIO
Non cessa la fortuna di Caravaggio, anche “televisiva”, come ha dimostrato uno sceneggiato mandato in onda nelle scorse settimane. Il fascino del grande pittore, della sua vita esagerata e disperata, è infatti ancora vivo nell’immaginario collettivo. Anche se ridurre la figura di Michelangelo Merisi allo stereotipo di “artista maledetto” impedisce di comprendere veramente la portata rivoluzionaria della sua pittura, di quel suo “realismo” d’origine morale, di quella tensione tra luce e ombra come paradigma della Salvezza che vibra in ognuna delle sue opere straordinarie.
Un anno fa, del resto, avveniva il clamoroso ritrovamento dell’atto di battesimo del Caravaggio , che ha messo fine alla controversa questione di dove e quando sia nato il geniale artista. Il documento è stato fortuitamente scoperto presso l’Archivio diocesano di Milano, non da un “addetto ai lavori” ma da un serio “dilettante”, Vittorio Pìrami, ex dirigente che da pensionato ha potuto assecondare la sua passione per l’arte e per le ricerche archivistiche.
Nella sala di consultazione dell’Archivio di via San Calimero, una moderna e funzionale “torre della memoria”, il direttore monsignor Bruno Bosatra ci mostra le carte in questione, conservate nei registri dell’antica parrocchia milanese di Santo Stefano in Brolo. Con una certa emozione vi leggiamo che il giorno 30 di settembre dell’anno 1571 Michelangelo “Merixio”, figlio di Fermo e Lucia, fu battezzato alla presenza del padrino Francesco Sessa.
Che Caravaggio fosse nato a Milano e non nella cittadina bergamasca, del resto, lo si sospettava da tempo. Mia Cinotti, ad esempio, oltre trent’anni fa, aveva appurato che il fratello minore di Michelangelo, Giovanni Battista Merisi, aveva ricevuto il battesimo il 26 novembre 1572 nella chiesa milanese, oggi scomparsa, di Santa Maria alla Passarella, deducendo quindi che il primogenito doveva essere venuto al mondo almeno nove mesi prima, e sottraendo così il pittore «al suo paese natale, perchè è quasi certo che, abitando il padre continuamente a Milano, anche il figlio sia nato quivi…». E Maurizio Calvesi, nel 1985, fece ancora di più, arrivando a indicarne teoricamente, ma con validi argomenti, la data di nascita nel 29 settembre, giorno della festa di San Michelo Arcangelo. Suscitando, in verità, le critiche, e perfino le ire, di diversi colleghi…
Ma se, come ormai pare certificato, Michelangelo Merisi è nato a Milano, come si spiegherebbe allora quel nome “Caravaggio” con cui è universalmente noto? Semplicemente come il luogo di pertinenza e di provenienza della sua famiglia, una sorta di complemento del cognome, per indicare, tra i tanti Merisi o Morigi, cognome assai diffuso in Lombardia, un particolare ramo della genia. Insieme ad un innegabile tributo d’affetto dell’artista per la terra d’origine.
Resta da chiarire, semmai, chi sia quel Sessa che fa da compare a Michelangelo. E sorprende, anche se poi non più di tanto, la diversa grafia usata nei due atti di battesimo dei fratelli Merisi relativamente al cognome della madre, Aratori, là segnato come «Ragnoli», qui riportato come «de Oratoribus» . Ma soprattutto colpisce l’accoppiata dei nomi dei genitori, quei Fermo e Lucia così evocativamente carichi di suggestioni manzoniane…