Dt 24, 10-22; Sal 94 (95); 1Cor 12, 12-27; Mt 18, 23-35
Non lederai il diritto dello straniero e dell’orfano e non prenderai in pegno la veste della vedova. Ricordati che sei stato schiavo in Egitto e che di là ti ha liberato il Signore, tuo Dio; perciò ti comando di fare questo. (Dt 24,17)
Chi segue il Signore sa che il criterio per riconoscere un’ingiustizia nei confronti di un altro essere umano non si fonda solo sull’uguaglianza. Egli è spinto ad andare ancora più a fondo, quindi a riconoscere la misura ingente di ogni ingiustizia compiuta: poiché tutto è ricevuto dal Signore ogni forma di sfruttamento nei confronti degli altri diventa un affronto alla sua benevolenza. Non si ha alcun diritto nel compiere un sopruso; soprattutto quando avviene nei confronti di chi è più debole è contrario al Signore, corrisponde a dimenticare che fin dall’origine, nella storia egli si è schierato con chi subisce ogni forma di schiavitù.
Preghiamo
Entrate: prostrati, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore
che ci ha fatti.
E lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.
Dal Salmo 94 (95)