È un romanzo per ragazzi utile a far riflettere anche gli adulti, La pista crudele dello scrittore francese Jean-François Chabas (Edizioni Messagero Padova, 104 pagine, 12 euro) che parla di emigrazione, di speranza in una vita migliore e di bambini che crescono, o cercano di farlo, tra ostilità e povertà.
Ambientato alla fine dell’Ottocento, quando a partire con le valige di cartone erano gli italiani, è la storia di Giovanni, Curzio e Paola, tre fratelli che vivono felicemente in Calabria, tra giochi e canti.
Purtroppo, però, una brutta storia di vendetta lascia il padre senza lavoro. La famiglia allora decide di espatriare. Siamo nel 1879 e il paese che fa sognare la madre, molto devota, è l’America: vuole raggiungere San Francisco, perché questa città porta il nome del suo santo preferito. Dopo la traversata dell’Atlantico, quindi, devono proseguire il viaggio per arrivare alla costa occidentale.
Terre ostili, piste tracciate male, uomini aggressivi e armati fino ai denti, animali rabbiosi, paura, fame, sete… Giorno dopo giorno, tutte queste prove trasformano la madre, un tempo allegra e ottimista, in una donna completamente diversa. I tre bambini credono di aver già sperimentato la durezza della vita, fino al mattino in cui devono arrendersi all’evidenza: i loro genitori sono scomparsi…
Tradotto dal francese da Anna Maria Foli e pubblicato dalle Edizioni Messaggero Padova, il libro è adatto a tutti; l’età di lettura consigliata è dai 12 ai 16 anni. Una storia dal sapore ottocentesco che ricorda in alcuni punti quella dei migranti di oggi.
Jean-François Chabas, nato nella regione parigina nel 1967, attualmente vive in Provenza. Dopo aver esercitato varie professioni ora si dedica esclusivamente alla scrittura. Molte delle sue pubblicazioni per ragazzi sono state premiate.