Younis Tawfik, scrittore iracheno da molti anni trasferitosi nel nostro Paese, torna ai lettori italiani con una storia intensa, di passione e di violenza, che riuscirà a coinvolgere soprattutto le donne.
Protagonista del suo ultimo romanzo, La sposa ripudiata (Bompiani, 296 pagine), è Karima, giovane donna marocchina con un passato difficile: l’infanzia segnata dalle violenze del padre, che la picchia come fa con la mamma e le sorelle, l’attrazione adolescenziale per un coetaneo, fortemente contrastata, l’amore che pare non arrivare mai.
Anche il presente e il futuro non sembrano poterle regalare la felicità: si trova infatti in un ospedale italiano per partorire il figlio che ha avuto da Dario, del quale si è innamorata, ma che l’ha abbandonata. Dopo essersi convertito all’Islam, infatti, l’uomo è diventato un estremista ed è sospettato dalla polizia di essere un fiancheggiatore dei terroristi musulmani.
Mentre è assalita dal dolore delle doglie, la mente di Karima torna indietro nel tempo, così nel racconto si inseriscono flash back sul suo passato, sulla sua famiglia, sui colori, i profumi e le tradizioni della sua terra d’origine, fino alla decisione di trasferirsi in Italia per stare con quell’uomo, presentatole dalla cugina e amica del cuore Fatima, che sarebbe dovuto diventare suo marito.
Non ci si può non affezionare a Karima, pagina dopo pagina si soffre per lei, per le sue sconfitte, per la solitudine e la difficoltà ad integrarsi in un Paese straniero. E come lei, nella vita che porta in grembo, si ripongono le speranze per un avvenire migliore.
Ma il suo destino è segnato. La sua esistenza, come quella di un’altra ventina di persone, avrà infatti fine a Casablanca, nei pressi dell’hotel Farah. È facile intuire che sia il 2003.