2Pt 1, 16-19; Sal 96 (97); Eb 1, 2b-9; Mt 17, 1-9
Carissimi, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria «Questi è il Figlio mio, l’amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». (2Pt 1,16-17)
Pietro sta raccontando l’episodio della trasfigurazione, del quale è stato testimone, descrivendolo dopo che la Resurrezione di Gesù è avvenuta. Questo significa che ora egli ha compreso pienamente a cosa corrisponda la gloria di cui gli è stato concesso di fare esperienza sul monte. Gesù si è manifestato come il Figlio del Padre, ma solo una volta crocifisso si è potuto comprendere inequivocabilmente la dimensione di quell’amore.
Quella testimonianza è rivolta anche oggi a ciascun cristiano, poiché dona a ciascuno la possibilità di incontrare la manifestazione del Signore e di riconoscere che la sua gloria non corrisponde alla potenza secondo i criteri umani, ma alla forma più alta del dono.
Preghiamo
Tu, Signore, sei l’Altissimo su tutta la terra,
eccelso su tutti gli dèi.
Una luce è spuntata per il giusto,
della sua santità celebrate il ricordo.
Dal Salmo 96 (97)