Milano incontra Pier Paolo Pasolini, poeta, intellettuale e regista che, con la sua passione e disperata vitalità, ha vissuto e posto interrogativi autentici sulla realtà sociale, culturale e religiosa del suo tempo, tali da mostrare oggi tutta la sua attualità e profezia. Una mostra-incontro dunque per riscoprire Pasolini e riflettere sulla nostra cultura e sul presente.
Una Mostra-incontro dove testimoni di oggi e del passato raccontano lo scrittore. Opere fotografiche di Elio Ciol e le opere dei maestri dell’arte del novecento da lui amati, Rosai, De Pisis, Guttuso, Mafai.
Videointerviste realizzate oggi da giovani universitari a personaggi pubblici tra cui Olivier Rey, De Cattiny (traduttore francese di Pasolini), Massimo Recalcati, Pupi Avati, Giulio Sapelli, Massimo Borghesi, Antonio Polito, Mario Martone, Anna Maria Cascetta, Carlin Petrini, Luca Doninelli ed altri; VideoLetture teatrali di Matteo Bonanni e Andea Carabelli con drammaturgia di Fabrizio Sinisi; edizioni vintage e libreria pasoliniana a cura di Itaca.
Le opere fotografiche di Elio Ciol, conterraneo e coetaneo di Pasolini, sono il Portfolio inedito “A Pier Paolo”, dalla giovinezza a Casarsa ad Assisi per il Vangelo e fotografie del ‘loro’ Friuli fino alle somiglianze delle periferie come la Bassa milanese; il DocuFilm inedito di Gabriella Sica e Gianni Barcelloni prodotto da Rai Educazione
Pasolini antropologo-artista radicava in un senso “sacro” del vivente la sua ricerca di realismo, lo sguardo dolcissimo e duro, debitore dei maestri di pittura, la lingua dantesca struggente e febbrile.
Il concept della Mostra è di guardare alla contemporaneità di Pasolini, non far cadere l’attualità delle sue riflessioni sulla tradizione e la sua rottura moderna, l’io e il potere, l’educazione e la grande omologazione, il senso religioso e il sacro, espressi sia dalla poesia che dal suo giornalismo. Questo confronto con l’oggi si documenta nelle Videointerviste a protagonisti della vita culturale e sociale, a cura di giovani studenti universitari.
Accusò la nostra epoca di divenire il regno dell’astrazione e della omologazione. Le sue parole oggi risultano profetiche in anni di perdita di senso del reale (la realtà è il mio idolo, diceva) in favore di un nichilismo che riduce ogni frammento di realtà a frammento di discorso.
Quella mutazione antropologica descritta da PPP si intreccia con la crisi delle società che stiamo vivendo? Il grido da lui incarnato del bisogno di significato è ancora parte delle nuove generazioni?
Pasolini andrebbe letto e riletto accanto a coloro che hanno visto l’eclissi e il manifestarsi del sacro come scena profonda della nostra epoca. Su tale scena profonda seppe leggere le scene di superficie come l’affermazione del modello consumista.
Per informazioni sulla rassegna cinematografica (inizio martedì 11 novembre 2015):
http://www.centroculturaledimilano.it/settimane-pasoliniaccattone/