Cosa cantavano gli insorti milanesi per infondersi reciprocamente coraggio durante gli scontri delle Cinque Giornate? I milanesi odierni l’hanno scoperto grazie ad un concerto della Corale Sette Torri di Settimo Torinese, al teatro Carcano, nell’ambito del Festival MITO.
Facendo un passo indietro, bisogna premettere che, tra l’elezione di Pio IX del 1846 e l’inizio della rivolta nel 1848, l’editore Ricordi pubblicò diversi inni in onore del nuovo pontefice. Se i testi erano apparentemente “innocui”, ai contemporanei non poteva sfuggire l’implicito messaggio dei patrioti che ne apprezzavano il favore alla propria causa.
Emblematico, al riguardo, è il Grido di esaltazione riconoscente al Sommo Pontefice Pio IX di Gioacchino Rossini, eseguito a Roma il 23 luglio 1846 in occasione dell’amnistia concessa dal papa ai prigionieri politici del suo predecessore, di cui riportiamo prima ed ultima strofa.
Su, fratelli, letizia si canti
al magnanimo core di Pio,
che alla santa favilla di Dio
s’infiammò del più dolce pensier.
…
O fratelli, esultiamo, esultiamo,
grazie, grazie risponda ogni cor.
ecco il giorno ed il giorno aspettato,
ecco il giorno di pace e d’amor.
Versi il cui significato “rivoluzionario” è reso evidente dalla musica: per la quale l’autore riutilizzò il celeberrimo Coro dei Bardi dal finale del primo atto de La donna del lago in cui i ribelli scozzesi, «figli d’Eroi» sono esortati alla battaglia («correte, struggete quel pugno di schiavi») e alla vittoria («su su! fate scempio del vostro oppressor!»). Ciononostante, nel 1847, il coro fu pubblicato da Ricordi senza incidenti con la burocrazia asburgica.
Con lo scoppio dell’insurrezione a Milano, il 18 marzo 1848, la situazione cambiò radicalmente. Cacciate le truppe austriache dalla città, gli editori musicali milanesi (con Ricordi anche Francesco Lucca) senza più temere la censura erano liberi di stampare inni e cori con testi esplicitamente “eversivi” e pezzi caratteristici per pianoforte dai titoli rivoluzionari, come Il 22 Marzo 1848: Valzer, ossia Musica allusiva ai magnanimi cuori dei Milanesi nelle cinque gloriose giornate di Albino Abbiati.
Non proprio un pezzo strumentale qualunque. Sia per le didascalie che accompagnano ogni sua sezione: «Pio IX al popolo»; «Tamburo per l’allarme dell’infanteria Austriaca»; «I prodi Milanesi che s’uniscono per combattere»; «Tromba di allarme alla cavalleria Austriaca»; «Pio IX che anima il popolo» e «Gioja e coraggio del popolo», per citarne solo alcune. Sia perché la struttura musicale consta di una serie di variazioni su un tema, non menzionato, ma che nel 1848 era ben conosciuto: quello del sopra citato Grido. A quel tempo la melodia rossiniana era sufficiente a stabilire un’associazione tra Pio IX e le Cinque giornate. Fatto chiaramente poco gradito alla censura austriaca che perciò, dal 6 agosto del 1848, quando il Maresciallo Radetzky riprese il controllo di Milano, fece di tutto per cancellare questa parentesi “sconveniente”.
Fonte preziosa di notizie sull’accaduto è il Catalogo (in ordine numerico) delle opere publicate dall’I.R. Stabilimento Nazionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicali di Tito di Gio. Ricordi (Milano, 1857). Documento di notevole valore storico, delle edizioni e pubblicazioni Ricordi nei mesi di indipendenza del 1848 fornisce informazioni specifiche relative alla disponibilità contrassegnandone con l’asciutta indicazione «edizione distrutta» circa 55: tutte stampate durante il temporaneo affrancamento dall’oppressore e tutte esplicitamente patriottiche. Fra queste anche un’opera: La battaglia di Legnano di Giuseppe Verdi.
Poiché all’epoca per la maggior parte delle edizioni Ricordi si usavano lastre di rame incise, «Edizione distrutta» significa probabilmente che la relativa lastra venne fusa per impedire nuove stampe e che si volle controllare anche la circolazione delle copie già in commercio. Una feroce repressione fortunatamente riuscita solo in parte ed alla quale le prime edizioni sfuggirono e possono perciò essere ancor oggi consultate nelle biblioteche italiane che le conservano.
Un patrimonio di notevole interesse al quale il musicologo statunitense Philip Gossett ha attinto per un originale lavoro di ricerca utile a celebrare il 150° nazionale con un taglio davvero singolare e confluito nella pubblicazione di una scelta di questi cantinel volume Edizioni distrutte.Cori del Risorgimento Italiano. La registrazione dei 14 di essi eseguiti dalla Corale Sette Torri è a sua volta disponibile nel Cd Cori del Risorgimento.
– Philip Gossett, Edizioni distrutte.Cori del Risorgimento Italiano.
Giancarlo Zedde, 2011, Torino, pp. 176, brossura cucita, 23×31, 28,00 euro.
– Corale Sette Torri, Cori del Risorgimento.
R&G, Cd contenente 14 canti da Edizioni distrutte eseguiti in concerto, 15,00 euro.
Info www.zedde.com
tel. 011-4331241