Lo sguardo è «il migliore approccio – dice mons. Gianfranco Ravasi – all’uso di un nuovo e imponente commentario ai quattro Vangeli, tradotti e interpretati da altrettante donne esegete».
Dall’esegesi di quattro studiose è nata un’opera «originale e di un’ardita, benvenuta, spigliatezza». Le giovani autrici sono la pugliese Rosalba Manes che ha tradotto Matteo, la campana Annalisa Guida per Marco, la siciliana Marida Nicolaci per Giovanni e la marchigiana Rosanna Virgili, coordinatrice del volume, per Luca. Lo scorso 18 febbraio 2015, in piazza San Pietro le quattro bibliste hanno donato direttamente copia del volume a papa Francesco.
Questo sguardo si concentra «nell’attenzione – continua Ravasi – alle molteplici pagine “femminili” dei Vangeli che acquistano fragranze inedite nelle riletture qui proposte». Qui si evidenzia l’importanza e la necessità di una lettura femminile. Quando leggiamo un libro c’è una lettura maschile e una femminile. Per il priore di Bose Enzo Bianchi «Non c’è una sola lettura maschile. Una donna è sollecitata da interessi diversi, ha una spinta e un’ottica diversa dagli uomini, sentimenti diversi, quindi il commento e l’interpretazione effettivamente portano il segno della femminilità o della mascolinità».
In questa opera le donne prendono la parola per colmare un vuoto storico dove la loro presenza nei vangeli sembra essersi dispersa e cancellata la loro memoria. La vicenda di Gesù, incominciando da Maria, è intrecciata da tante figure femminili, madri, suocere e figlie, straniere, ebree, prostitute, donne altolocate. Eppure «più nessuno – precisa Enzo Bianchi – ha il coraggio di dire che prima Gesù appare alle donne e a Maria di Màgdala, poi appare a Pietro e ai dodici, poi a Giacomo. Questo perché ce lo dicono i vangeli. Invece la memoria delle donne è stata cancellata. Quando Paolo scrive, a soli 25 anni dalla morte di Cristo, le donne diventano afone».
L’85% dei catechisti italiani è donna. Gli stessi sacramenti per l’iniziazione cristiana sono nelle mani delle donne. Se la donna è presente nella vita ecclesiale, «non lo è – dice Rosanna Virgili – dove si prendono le decisioni. L’esortazione apostolica Evangelii Gaudium ha le sue ragioni. Papa Francesco (n.103) dice che la donna in molti ambiti è entrata là dove c’è il governo, ma nella Chiesa ancora no».
Oggi, grazie anche al Concilio Vaticano II, le donne studiano, insegnano teologia e parlano della Bibbia nelle scuole e nelle università. «Perché – riprende Enzo Bianchi – non lasciarle predicare la Parola di Dio? Questo per me è la domanda seria. Non sto chiedendo l’ordine del sacerdozio, ma se sono battezzate, competenti, perché il vescovo e l’autorità della Chiesa non può dare questo mandato? Una delle cose più belle nella cattedrale di Marsiglia è un basso rilievo straordinario sull’ambone dove Maria di Màgdala sta predicando».
Papa Francesco parla molto delle «periferie esistenziali». Per Rosanna Virgili una di queste è «quella delle donne nella Chiesa» ma anche nella società civile è quella di molte «donne laiche che lavorano e impiegano un autentico ministero al servizio della Comunità umana, civile ed ecclesiale», che non sempre hanno ricevuto un giusto ed adeguato riconoscimento. Questo vale anche «per le donne consacrate – precisa Rosanna Virgili – sia religiose o laiche che per secoli sono state escluse da qualsiasi forma di approccio allo studio della Bibbia e destinate esclusivamente ai servizi materiali nella Chiesa. Da questo intreccio di periferie le autrici si augurano che possa venire una nuova beatissima lux sui vangeli»