Una sorta di catechesi in musica. Martedì 13 e mercoledì 14 maggio, nella suggestiva atmosfera del Duomo di Milano, il maestro Paolo Vergari, pianista dal repertorio vario e ricercato, eseguirà Vingt Regards sur l’Enfant-Jésus (Venti sguardi su Gesù Bambino), ciclo di concerti per pianoforte di Olivier Messiaen, compositore e organista francese (Avignone, 1908 – Clichy, 1992), è il punto di partenza dell’itinerario in due tempi “Il ritmo e l’eterno. Sguardi sull’aldilà”, in programma nel Duomo di Milano martedì 13 e mercoledì 14 maggio, a partire dalle 19.30 (ingresso libero).
Il titolo delle due serate – promosse da Arcidiocesi di Milano, Veneranda Fabbrica del Duomo, Rete Europea Risorse Umane di Firenze (di cui Vergari fa parte) e Servizio Nazionale per il Progetto Culturale della Cei -, è Il ritmo e l’eterno. Sguardi sull’Aldilà. Nel corpus straordinario della produzione di Messiaen, infatti, i Vingt Regards – grandiosa opera scritta tra il marzo e il settembre del 1944 – sono un esempio luminoso nella “traduzione” di una genuina esperienza di fede. In entrambe le serate – inizio alle 19.30, ingresso libero -, verranno eseguiti dieci brani, con interventi di monsignor Pierangelo Sequeri, preside della Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, e del professor Raffaele Pozzi, docente di Musicologia e Storia della Musica presso l’Università degli Studi di Roma 3. Un complemento di teologia e musicologia, co6n una riflessione profonda sull’esperienza estetica ed etica di Messiaen.
«L’idea – spiega Roberto Tietto, presidente di Rete Europea Risorse Umane – nasce dal rapporto di stima e amicizia formatasi negli anni tra monsignor Sequeri e il maestro Vergari, soprattutto in occasione di alcuni convegni ed eventi organizzati dal Servizio Nazionale per il Progetto Culturale della Cei, dove sul tema “Dio oggi” si è voluto approfondire l’aspetto fede-arte contemporanea (quella musicale in particolare). Da qui si è arrivati a concretizzare le due serate nella cattedrale ambrosiana, che ci auguriamo costituiscano momenti di grande spiritualità».
Olivier Messiaen, poi, rappresenta un faro nella nostra storia recente, un pensiero forte che può dire cose importanti. La scelta del ciclo pianistico dei Regards riguarda in particolare il percorso musicale del pianista Paolo Vergari, che spiega: «Da una parte c’è l’interesse per un compositore che ha voluto “trascrivere” in suoni la sua esperienza mistica, di fede, in modo originale e nuovo. Dall’altra c’è l’attrazione per un’opera prettamente pianistica che “inventa” un pianoforte mai udito».
Vergari aggiunge: «Dopo Liszt, Debussy e Bartòk, si potrebbero ritenere esaurite le possibilità di dire qualcosa di nuovo al pianoforte. Messiaen lo fa, non per mera originalità, ma come conseguenza di un desiderio eccessivo: dire, immaginare il mondo Altro». Per questo motivo i Regards sono una grande meditazione, attraverso Gesù, sui misteri della fede.
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