Leggiamo e ascoltiamo con sollievo le notizie che arrivano dall’Italia. Qui a Pucallpa invece ci troviamo in una situazione molto seria e preoccupante. Il sistema sanitario è collassato ormai già da più di un mese e tanti ammalati purtroppo stanno morendo in casa o in coda fuori dall’ospedale. In tutta la regione mancano medicine, ossigeno e personale sanitario. Purtroppo dopo due mesi e mezzo di lockdown la curva dei contagi continua drasticamente a salire e di conseguenza le misure restrittive sono state prolungate fino al 30 giugno. Qui da noi non è così semplice dire «quédate in casa» («restate a casa»). Molti vivono in case di legno di pochi metri quadri con il tetto in lamiera e una temperatura costante di 30°-32° di giorno. Stare in casa non è per niente facile.
Noi fortunatamente stiamo bene, ma come possiamo restare indifferenti davanti ad una situazione di emergenza e disperazione così grande? Quando sai che un vicino di casa sta male, come fai a chiuderti in casa e non fare niente? Cerchiamo di continuare a fare la nostra parte, coscienti che è solo una piccola goccia in un mare di necessità. Tanti amici hanno voluto aggiungere altre piccole gocce e a loro va la nostra immensa gratitudine. Così abbiamo ri-organizzato le nostre attività per fare la nostra parte in questa quarantena.
Il governo peruviano ha stanziato dei sussidi per le persone più indigenti per far fronte alla situazione di emergenza. I beneficiari, attraverso una piattaforma internet, ricevono un appuntamento in una banca della propria città per ritirare il denaro che gli è dovuto. Purtroppo però, com’è facile immaginare, i più poveri non possiedono l’accesso ad internet o la dimestichezza necessaria per districarsi nella rete. Così abbiamo messo a disposizione la nostra linea telefonica di casa per creare un servizio di consulenza e orientamento per il ritiro dei sussidi. Ci hanno chiamato in tanti.
La Caritas di Pucallpa, di cui facciamo parte, ha organizzato una campagna di raccolta fondi per comprare viveri da distribuire alle famiglie che hanno perso la loro fonte di reddito a causa del blocco della attività lavorative. I più poveri infatti non hanno nulla da parte e vivono con i pochi spiccioli che guadagnano giornalmente con fatica. L’isolamento sociale e il blocco delle attività lavorative è ancora più difficile in un Paese dove l’economia informale regna sovrana perché nessuno ha da parte dei risparmi con i quali poter sostentarsi. Se oggi non lavoro, stasera non mangio. Questa è la triste realtà.
In questo periodo sono nate diverse iniziative per procurarsi medicine, bombole di ossigeno, equipaggiamento medico per sopperire alle gravi carenze che si registrano ovunque: dall’ospedale pubblico fino al più umile ammalato che si cura da solo in casa. Abbiamo contribuito a diverse iniziative, sia economicamente (grazie anche all’aiuto di alcuni amici dall’Italia) che concretamente (con ricerca e trasporti di materiali sanitari e viveri, organizzazione logistica…). Ogni giorno le richieste di aiuto aumentano e facciamo quello che possiamo.
Speriamo che anche qui, come sta accadendo ora in Italia, si possa iniziare presto la fase di progressivo ritorno alla normalità e ri-partenza dell’economia. Per chi non aveva un lavoro fisso prima e viveva di piccoli lavori saltuari e quotidiani sarà molto difficile ricominciare. Per questo stiamo pensando a un progetto di micro finanziamento a fondo perduto per chi deve rialzarsi e riprendere le tante attività informali che costituiscono il lavoro di tante persone qui a Pucallpa (vendita di cibo e bevande per strada, piccole coltivazioni, lavori di riparazione e manutenzione…).