Ecco un breve “decalogo” per chi ama viaggiare, e soprattutto per chi vuole visitare luoghi d’arte (chiese, musei, borghi antichi, ecc). Alcuni consigli e suggerimenti, frutto dell’esperienza, che potranno forse sembrare un po’ banali e perfino scontati, ma che, se seguiti, potranno evitare anche certi incovenienti… sempre in agguato.
Ma quando apre?
Vi è mai capitato di arrivare alla meta della vostra gita e di trovare il portone del museo chiuso, la chiesa inaccessibile per lavori di restauro, il sito archeologico bloccato da uno sciopero? A me sì, purtroppo. Colpa della pigrizia, per lo più. Perchè prima di partire sarebbe sempre cosa buona e giusta informarsi sugli orari di apertura dei luoghi o dei monumenti che vogliamo visitare. Sembra una cosa banale, lo sappiamo tutti, eppure troppo spesso si parte “all’oscuro”. Con il rischio di una qualche brutta sorpresa… Ma queste informazioni dove si trovano? Con Internet oggi è tutto più facile, ma la classica telefonata (al parroco, alla pro loco, al Comune, alla direzione del Museo, ecc.) è ancora valida.
Documentarsi, documentarsi, documentarsi.
Prima di partire per un’escursione, soprattutto se “fai da te”, è buona cosa informarsi a fondo su ciò che si visiterà. Vi sembra una cosa scontata? Non proprio, in base alla mia esperienza… Anche per le mete più note, infatti, il rischio è quello di perdersi qualcosa di importante. Quanti, ad esempio, visitando il Duomo di Milano, si sono accorti del bellissimo Candelabro Trivulzio? E sì che è alto più di tre metri! Ma se uno non sa che c’è, neppure lo cercherà. O, quando se lo trova davanti, non saprà bene come… “valutarlo”. Quindi, mano alle guide! L’offerta, nelle librerie e nelle biblioteche, e oggi piuttosto vasta, anche per le mete più “insolite”. E poi c’è sempre il mare magnum di Internet…
Bussate e vi sara’ aperto.
Non sempre, ma tentar non nuoce. Già abbiamo raccomandato di informarsi prima della partenza delle modalità di apertura dei vari monumenti, per evitare sorprese, ma l’“imprevisto” può sempre capitare. E allora, prima di rassegnarsi a non visitare il luogo desiderato, si osi suonare a qualche porta o chiedere a qualche residente, con tatto e gentilezza. Forse servirà a poco, ma potreste essere fortunati – più di quanto si è disposti a credere – e trovare un’anima pronta ad aiutarvi, magari dandovi qualche informazione preziosa. Se poi il monumento in questione è una chiesa, si può sempre provare con il parroco del posto, che solitamente ha le chiavi, o che potrà indirizzarvi a chi le possiede. Stando attenti, bene inteso, a non piombare in canonica in momenti inopportuni (leggi: ore pasti, riposino pomeridiano, confessioni, ricevimento fidanzati, ecc.).
Quando ci vuole, ci vuole.
La mancia, in questo caso. Qualcuno forse storcerà il naso, e possiamo comprenderne i motivi, ma resta il fatto che, quando si tratta di luoghi da visitare, qualche spicciolo può risolvere davvero tanti problemi… Certo è un’“operazione” che richiede un certo tatto, una certa discrezione, che non deve offendere la persona interessata nè far apparire noi, turisti ansiosi di vedere e di conoscere, come corruttori in cerca di corruttibili. E tuttavia, al sacrestano che così gentilmente si è offerto di farvi da cicerone, volete negare un piccolo pourboire? Al custode che, in via del tutto eccezionale, vi ha fatto entrare in quel cortile “segreto”, non volete mostrargli il vostro ringraziamento?
Al di là dello scherzo, è sempre buona cosa lasciare una piccola offerta anche in posti e luoghi dove non vi viene richiesta. Come nella maggior parte delle chiese, ad esempio: il vostro gesto sarà comunque ben gradito, e potrà servire per il mantenimento dell’edificio o per aiutare i bisognosi della parrocchia.
Con il cavallo di san Francesco
Se solo la meta lo permette, lasciate a casa la vostra automobile e spostatevi con i mezzi pubblici. Soprattutto se l’oggetto della vostra visita è un grosso centro. Eviterete eventuali code (ai caselli o in entrata nei centri urbani). Non avrete problemi di parcheggio (e nemmeno i relativi costi). E al ritorno, quando sarete stanchi e spossati dopo il vostro tour, vi potrete lasciare andare ai ricordi della giornata, mentre qualcun altro guiderà per voi… Senza contare che, per conoscere veramente un luogo e scoprirne i suoi vari aspetti, bisogna “girarlo” a piedi!
Controllare sempre la macchina.
Fotografica, in questo caso (dando per scontato che la vostra automobile, se vi spostate con mezzi propri, sia già in perfetta efficienza). Ormai sono gli apparecchi digitali ad andare per la maggiore: il che vuol dire, logisticamente parlando, meno “preparativi”. E tuttavia un paio di attenzioni sono comunque necessarie per il turista-fotografo: verificare che la batteria sia ben carica, cioè, e controllare che la scheda di memoria abbia spazio sufficiente per i vostri scatti. Se invece siete della vecchia scuola, come lo scrivente, e ancora non potete fare a meno delle amate pellicole, allora ricordate di farne una certa scorta prima dei vostri viaggi: soprattutto per le diapositive, infatti, è sempre più difficile trovarne in giro. Non dovrà mancare nella vostra borsa un cavalletto compatto: un “dolce” peso se pensate in quante occasioni potrà… “salvare” le vostre fotografie (all’interno di chiese e musei, là dove è permesso, ovviamente; dopo il tramonto; ecc.).
Ma il sole, dov’e’?
Coloro che vogliono “immortalare” con le loro macchine fotografiche luoghi e monumenti dovrebbero essere a conoscenza già prima del viaggio della dislocazione degli edifici che intendono ritrarre. Perchè? Ma per non rammaricarsi, ad esempio, che la facciata di quella bella basilica sia in ombra nell’ora in cui si decide di scattare le foto, o che quel magnifico paesaggio sia “contro sole”… Ricordate, giusto per citare un caso, che per cogliere un particolare dell’abside di una chiesa tradizionalmente orientata dovrete muovervi al mattino, se volete che sia ben in luce…
Quando l’abito fa… il turista
Il caldo e l’afa, si sa, non fermano il turista determinato. Per questo, gironzalando per borghi e contrade, quando il sole picchia e il termometro sale, un paio di pantaloncini e una maglietta leggera sono quanto di più desiderabile. Ma… come la mettiamo con le visite alle chiese e, più in generale, in quei luoghi dove, giustamente, è chiesto ai visitatori un abbigliamento adeguato e rispettoso? Per evitare antipatiche discussioni ed esclusioni, sarà bene portarsi dietro pantaloni tipo tuta e una maglia che copra le spalle, indumenti che si possono infilare agevolmente alla bisogna e che occupano poco spazio in uno zainetto. Ancora più comodi, poi, sono quei pantaloni dotati di cerniere per togliere e rimettere… la parte sotto il ginocchio!